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Per Valfrutta Fresco interviene il direttore commerciale Enrico Bucchi

Mercato di prodotti autunnali: il punto con un importante player nazionale

Quella dell'autunno 2023 è una campagna sicuramente segnata da una moltitudine di criticità atmosferiche che hanno compromesso percentuali consistenti di prodotto per molte specie, in particolare nell'areale romagnolo, ma non solo. Dai kiwi a polpa verde ai cachi, la scarsità di volumi disponibili ha spinto in alto i prezzi: una tendenza che, tuttavia, non penalizza il segmento premium, dove la percezione di valore trasmessa al consumatore giustifica un costo d'acquisto più elevato. Ma come si sono comportate sul mercato le principali referenze autunnali? Ad analizzare lo scenario è il direttore commerciale di Valfrutta Fresco, Enrico Bucchi.

"Quella dei kaki è stata una campagna particolarmente impegnativa – commenta Bucchi - con una disponibilità di prodotto estremamente ridotta: i cachi sono stati colpiti, come del resto è accaduto con il kiwi e altre specie, da una serie mai vista prima di avversità. Gelate, alluvioni, uragani e grandinate hanno decurtato in maniera sensibile i volumi disponibili (-30% sul 2022). In conseguenza di questo scenario climatico anomalo, poi, i Loti di Romagna presentavano una significativi difetti sull'esterno dei frutti: la classica "ragnatura" che non compromette la qualità organolettica in alcun modo, ma che rende meno attraente l'aspetto del frutto. Insomma, una criticità ulteriore che ha richiesto una selezione ancora più attenta dei frutti a marchio Valfrutta Fresco e innalzato l'asticella della sfida per centrare l'obiettivo principale: ottenere per Valfrutta Fresco un risultato coerente fra le attese del consumatore nei confronti di un marchio premium come il nostro e i prodotti che la natura ci ha messo a disposizione. Prodotto che, qualitativamente e dal punto di vista organolettico, vale la pena ricordarlo, era comunque di altissimo livello.

Sul fronte dei prezzi, la ridotta disponibilità di prodotto ha indubbiamente favorito le linee premium: quando tutti i prezzi sono alti, le proposte di alta gamma guadagnano in appeal nel consumatore che percepisce un miglior rapporto "value for money" rispetto alle proposte standard. La nostra proposta Valfrutta classica, sul calibro 500 g/2 pezzi, ha dato ottimi risultati sia dal punto di vista delle rese ai produttori sia in termini di vendite. In uno scenario come quello attuale, dove il consumatore subisce una forte pressione inflazionistica, offrire un pack da due soli frutti rappresenta una componente di servizio sempre più importante. Le richieste, infatti, sono state alte a partire da novembre, dopo un ottobre molto caldo che ha causato difficoltà di gestione della maturazione e una domanda più contenuta: superata la fase di avvio (grazie a una perfetta coordinazione fra reparto commerciale e magazzini del nostro socio Agrintesa, principale produttore di cachi del Paese con un'esperienza e competenza su questa referenza seconda a nessuno), l'abbassamento delle temperature nei primi giorni di novembre ha spinto un buon incremento dei consumi fino a fine campagna. In generale, sul fronte cachi chiudiamo la campagna con un fatturato a +15% sul 2022 e con un volume venduto del 10% più basso rispetto all'anno precedente".

L'annata del kiwi può essere definita anomala, come conferma il direttore. "Quella del 2023 si presenta come la campagna con la minor disponibilità di kiwi verde made in Italy che si ricordi - continua Bucchi - Valfrutta Fresco commercializza prevalentemente frutti dei soci di Agrintesa, gruppo leader nazionale che, grazie al know how sul fronte della gestione del prodotto e della sua conservazione ci consentirà, anche in condizioni di scarsità di volumi disponibili, di garantire una copertura del calendario commerciale molto ampia, almeno fino ad aprile. La pezzatura è mediamente sostenuta, con una consistente disponibilità di calibri da 23, 25 e 27, ideali per il posizionamento di Valfrutta Fresco con un'offerta premium anche per le dimensioni dei frutti".

Sul fronte commerciale, la campagna è partita con il piede giusto: a livello europeo si registra un'inedita mancanza di prodotto, ormai confermata intorno a -30%. Purtroppo la domanda pressante ha dato vita a fenomeni di raccolta anticipata che hanno portato a immettere sui mercati prodotti di qualità non adeguata, causando un danno all'immagine del kiwi verde italiano che, purtroppo, penalizza tutti gli operatori del settore, in primis quelli corretti".

"Ora il prodotto è disponibile con i giusti parametri e registra, com'è prevedibile, prezzi alti. Sul fronte delle vendite notiamo un certo rallentamento: questo è un trend fisiologico del periodo pre-festivo, quando il consumatore concentra l'attenzione, di norma, su altre voci di spesa. Ci aspettiamo una ripartenza di slancio verso la metà di gennaio, periodo nel quale registriamo solitamente andamenti di vendite a volume decisamente più interessanti del periodo pre-natalizio".

L'azienda ha una discreta disponibilità anche sul fronte delle mele di pianura. "La presenza di Valfrutta Fresco nel comparto mele si concentra su Gala e Granny Smith. La disponibilità precoce di queste varietà nell'areale romagnolo per noi è strategica: poter offrire una mela di pianura, con varietà selezionate e dalle ottime caratteristiche qualitative, ci consente di sfruttare efficacemente la fase inziale della campagna e di presidiare nel modo migliore sia i mercati generali sia la Gdo in un momento in cui c'è poca disponibilità di prodotto dalle zone d'alta quota. A queste, nel mese di novembre, si aggiungono anche le mele del Trentino, che ci permettono di allungare il calendario di commercializzazione e di garantire quella continuità di fornitura attesa dagli operatori del settore".

"Nelle ultime settimane, anche per le mele registriamo un leggero rallentamento, in linea con quanto detto per il kiwi e con quanto accade a tutto il comparto ortofrutticolo. In questo caso, però, siamo di fronte a un fenomeno meno marcato: il posizionamento di prezzo delle mele è meno spinto verso l'alto rispetto ad altri prodotti e permette una permanenza maggiore nel carrello della spesa, anche nel periodo festivo".

Passando alle verdure, ormai è consolidato il peperone Cornelio, un marchio che si trova spesso in Gdo. A tal proposito, interviene il direttore generale di Valfrutta Fresco, Stefano Soli: "Quello di Cornelio, il peperone corno di bue 100% italiano, è un progetto che sta offrendo risultati molto soddisfacenti: il consumatore lo apprezza e lo cerca sempre di più, confermando che il prodotto ha tutte le carte in regola per essere vincente. Negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici, abbiamo riscontrato qualche criticità nella campagna estiva in Sicilia e per questo abbiamo cominciato a valutare la possibilità di espandere la produzione al di fuori dell'isola. Oggi concentriamo la produzione estiva in Calabria, Campania e, per la prima volta quest'anno, nel Lazio, sempre in coltura protetta: una scelta, la diversificazione degli areali, che ci offre maggiori garanzie di disponibilità del prodotto con continuità, esponendoci meno al rischio climatico.

In questo scenario complesso, con una crisi dei consumi e una Private Label sempre più aggressiva sul fronte del prezzo anche nel segmento premium, la Marca riveste un ruolo importante.

"Il brand Valfrutta Fresco oggi continua a rappresentare un valore importante per il punto vendita che lo sceglie – concludono Bucchi e Soli -: posizionamento premium, notorietà significativa del marchio e qualità dell'offerta sono plus rilevanti che portiamo in dote con le referenze Valfrutta Fresco".

Stefano Soli

"In particolare, sul fronte della crisi dei consumi ritengo che parte della risposta possa arrivare proprio dal segmento premium e da brand come Valfrutta Fresco che garantiscono al consumatore – e alla catena che li sceglie – qualità elevata e costante, servizio e tutti i valori racchiusi nel brand: italianità, sostenibilità, valorizzazione delle specialità dei territori e scelta delle aree più vocate in primis".

"La Marca del Distributore, per contro, non crediamo abbia le caratteristiche per rispondere a tutte le esigenze di ogni segmento: per il futuro credo si dovrà ragionare di spazi e opportunità perché, nel tempo, l'orientamento totale sulla private label si dimostrerà inadeguato alle esigenze in evoluzione che registriamo sul mercato", concludono.