Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Focus Ismea

"La mela è il prodotto ortofrutticolo italiano che vanta il miglior saldo della bilancia commerciale"

Negli ultimi anni, le statistiche relative alle superfici dei meleti in produzione in Italia si sono assestate intorno a 55.000 ettari, con una fortissima concentrazione nelle province di Bolzano e Trento (che insieme rappresentano il 49% della superficie nazionale in produzione). Diverse aree geografiche hanno contribuito alla lieve crescita del potenziale produttivo, anche se con situazioni molto differenti. A rivelarlo l'ultimo Focus Mele di Ismea.

Contesto europeo
Secondo le prime stime del WAPA (World Apple and Pear Association) di agosto 2023 la produzione europea di mele del 2023 dovrebbe attestarsi a circa 11,4 milioni di tonnellate, ossia su livelli di poco inferiori al raccolto 2022. Tuttavia, in Europa, la siccità e le alte temperature in molti areali produttivi hanno determinato problemi al normale sviluppo dei frutti e alcuni Paesi, tra cui Polonia, Germania, Spagna e Ungheria stanno rivedendo al ribasso le loro stime di produzione tanto da rendere verosimile la revisione al ribasso delle prime stime sotto gli 11 milioni di tonnellate.

Situazione produttiva in Italia
Per quanto concerne la produzione melicola italiana, stando ai dati di Assomela non ancora definitivi, i raccolti stimati in circa 2,1 milioni di tonnellate sono in lieve flessione rispetto al 2022 (-0,4%). Nel complesso, la produzione 2023 è attesa su livelli molto simili all'anno precedente, considerato che le condizioni meteo di settembre e ottobre sono state favorevoli all'ingrossamento dei frutti delle varietà tardive.

In generale, la qualità delle mele è mediamente superiore all'anno precedente, in quanto le varietà precoci (ad esempio Gala, Renetta, Red Delicious) non hanno sofferto le temperature eccezionalmente elevate dell'estate 2022 mentre le varietà tardive, oltre ad accrescere il calibro hanno beneficiato in termini qualitativi delle condizioni meteo di fine estate 2023.


Clicca qui per ingrandire la tabella.

La ripartizione varietale dell'offerta italiana vede la conferma della Golden Delicious come la principale varietà con una quota di un terzo della produzione complessiva. A seguire si posizionano Gala, Red delicious, Fuji, Granny Smith, Cripps Pink, Pinova ed Evelina. Le altre varietà nuove costituiscono circa l'11% dell'offerta complessiva.

Per la varietà Golden delicious si registra un aumento della disponibilità del 14% rispetto al 2022 e dell'1% rispetto al dato produttivo medio del triennio (2020-2022). Per le mele del gruppo Gala, che sono al secondo posto dell'offerta nazionale con una quota del 19%, nel 2023 il raccolto è atteso in aumento sia su base annua (+8%) sia rispetto al dato medio dell'ultimo triennio (+7%).

Andamento dei prezzi
Le prime battute della campagna commerciale 2023/24 sono state caratterizzate da quotazioni all'origine in aumento sia su base annua sia rispetto al dato medio dell'ultimo triennio. Nel mese di novembre 2023, i prezzi all'origine franco partenza dal magazzino del confezionatore mostrano una tendenza positiva su base annua che è comune a tutte le varietà e piazze. Non mancano però eccezioni a questa tendenza generale come, ad esempio, sulla piazza di Trento per le mele Cripps Pink e Granny Smith di calibro piccolo o anche a Bolzano per le Fuji di calibro 80-90 o a Caserta, dove la mela annurca ha quotazioni identiche a quelle di un anno fa.

Se poi si raffrontano i prezzi di novembre 2023 con quelli medi di novembre nel triennio 2020-2022 si conferma la tendenza positiva e, anche in questo caso, non manca qualche eccezione come osservato a Trento per le mele Cripps Pink e Granny Smith di calibro piccolo e a Verona per le mele Stark Delicious di calibro piccolo.


Clicca qui per ingrandire la tabella.

Commercio con l'estero
A livello mondiale le importazioni di mele muovono circa 7 milioni di tonnellate di prodotto, per un controvalore di 5.600 milioni di euro. La Cina è il primo esportatore mondiale con una quota in valore del 17%, seguita da Italia (16%), USA (14%), Nuova Zelanda (9%), Cile (9%), Repubblica sudafricana (8%), Francia e Polonia (6%), Paesi Bassi (3%) e Turchia (3%).

La campagna 2022/23 si è chiusa con un miglioramento del saldo della bilancia commerciale delle mele rispetto alla campagna precedente. Tale risultato è ascrivibile principalmente all'aumento del prezzo medio delle mele esportate (+4,2%) che ha compensato la riduzione dei volumi spediti (-2,9%). Le importazioni, di contro, sono diminuite di circa 5.000 tonnellate (-17% vs 2021/2022) e la riduzione del prezzo medio (-6,5%) ha tagliato la spesa che si è attestata a 19,6 milioni di euro (-23%).

Prospettive
La campagna commerciale 2023/24 delle mele italiane è iniziata positivamente. I frutticoltori devono comunque continuare a fare i conti con i rincari di molti fattori di produzione come ad esempio i concimi, il gasolio e l'energia elettrica. Ed è proprio il rincaro dei prodotti energetici a complicare la sostenibilità economica delle attività realizzate dalle OP e delle altre realtà che conservano, condizionano e confezionano la frutta.

A cascata i rincari interessano gli operatori più a valle che trasportano a temperatura controllata e distribuiscono in maniera capillare il prodotto nei punti vendita nazionali ed esteri. È opportuno ricordare che siamo di fronte a una filiera che basa la sua sostenibilità economica sulle esportazioni in circa cento Paesi nel mondo.

Sul fronte dei consumi, bisognerà verificare l'effetto che la fortissima spinta inflattiva avrà sul potere d'acquisto delle famiglie europee e in particolare sulla spesa per i prodotti alimentari. In tale contesto, il posizionamento della "mela" è molto competitivo rispetto ai prodotti sostitutivi, grazie all'ampiezza della gamma in termini di varietà, qualità e prezzi.

Per maggiori informazioni: www.ismeamercati.it