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Walter Schettini, Azienda Agricola il CaparBio:

"È fondamentale promuovere l'agricoltura urbana per favorire sane abitudini alimentari nelle città"

Walter Schettini è un agricoltore urbano di Roma che serve la zona meridionale della capitale italiana con prodotti ortofrutticoli biologici. "Siamo certificati biologici", spiega Walter. "Ci concentriamo principalmente sui prodotti stagionali, che coltiviamo nel terreno". Per questo motivo le verdure prodotte dall'Azienda Agricola il CaparBio variano a seconda della stagione. "Durante l’estate coltiviamo pomodori, zucchine, melanzane e peperoni. In inverno produciamo, ad esempio, broccoli e finocchi".

Resilienza agricola
Quella dell'Azienda Agricola il CaparBio è una storia di tradizione familiare che si è continuamente sviluppata per tenersi il più possibile aggiornata. "Ho ereditato il terreno dal nonno di mia moglie. Mi ha insegnato il mestiere, il che significa che inizialmente facevamo molto affidamento sui prodotti chimici", spiega Walter. Molti coltivatori dei "bei tempi andati", quando avevano problemi di parassiti nei campi, spruzzavano immediatamente qualche principio chimico e lasciavano che facesse la magia. "Tuttavia, negli ultimi 10 anni, molte aziende si sono specializzate nella protezione biologica delle colture, rendendo più semplice per tutti l’approvvigionamento di prodotti biologici".

Essendo un coltivatore biologico, Walter ora fa molto affidamento sulla gestione integrata dei parassiti (IPM) e sui prodotti biologici. "La prevenzione e il controllo attivo sono i pilastri del mio regime IPM". Allo stesso tempo, questo significa anche dover prendere delle decisioni difficili. "Se mi rendo conto che un parassita o un agente patogeno sta andando fuori controllo, preferisco distruggere l’intero raccolto piuttosto che trattarlo con sostanze chimiche".

Il passaggio completo alla produzione integrata biologica è stata una vera svolta per l'Azienda Agricola il CaparBio. "Abbiamo sicuramente pagato un prezzo", sottolinea Walter. "Ad esempio, abbiamo alcuni ulivi e, quando era vivo il nonno, raccoglievamo circa 1.400 kg di prodotto. Quando ho preso il timone dell’azienda, ci sono voluti anni prima di poter raggiungere lo stesso livello di produzione. Questo perché le piante fondamentalmente dipendevano dagli steroidi e difficilmente resistevano al passaggio a una gestione biologica dei parassiti. Ma preferisco ottenere la metà della quantità di olio d'oliva piuttosto che tornare ai prodotti chimici".

Una questione di principio
Dopotutto, essere un agricoltore urbano certificato biologico significa molto più che coltivare semplicemente del cibo. Walter ci tiene a spiegare che in tutto quello che fa segue dei principi rigorosi ai quali si attiene strettamente. Ciò significa anche che gli ottimi risultati raggiunti consentono di avere un profitto anche maggiore. "Ad esempio, il mio pomodoro ciliegino giallo è il prodotto di punta. Sicuramente la varietà gioca un ruolo in questo, ma molto ha a che fare anche con il metodo di coltivazione. Durante un ciclo di coltivazione, ho piantato i pomodori ciliegino rossi e quelli gialli molto vicini fra loro e alla fine li ho testati entrambi per capire meglio come rispondevano. Ebbene, i gradi Brix dei pomodori gialli non erano assolutamente paragonabili a quelli dei pomodori ciliegino rossi".

Promozione dell’agricoltura urbana
Se dal punto di vista della coltivazione tutto procede bene, lo stesso non si può dire per lo sviluppo dell’agricoltura urbana in Italia. "Recentemente sono nate molte aziende come la mia in tutto il Paese", spiega Walter. "Ma è molto difficile posizionarsi bene sul mercato. Soprattutto se si considera una città come Roma, gli agricoltori urbani possono avere difficoltà a ottenere una quota di mercato significativa. Allo stesso tempo, gli acquirenti nelle città sono molto più consapevoli di ciò che acquistano e si preoccupano dell’origine di un prodotto e di come è stato realizzato. Ciò porta anche i consumatori a rivolgersi direttamente agli agricoltori urbani come me, per avere la loro quota settimanale di verdure".

Oltre alle difficoltà legate al contesto cittadino, anche gli agricoltori urbani sono stati colpiti dall’aumento dei prezzi del gas, dei fertilizzanti e del diesel. "Le aziende più piccole sono quelle che soffrono maggiormente per gli aumenti di prezzo così elevati", sottolinea Walter. "Ciò vale soprattutto per tutte quelle realtà biologiche certificate. Prima pagavo circa 25-30 euro per 100 kg di fertilizzante, ora costa 80 euro. Per non parlare del prezzo dell’elettricità e similari. È fondamentale adottare una regolamentazione che promuova gli agricoltori urbani biologici certificati e favorisca delle sane abitudini alimentari nelle città e, allo stesso tempo, consenta agli imprenditori di svolgere l’attività al massimo del loro potenziale".

Per maggiori informazioni:
Azienda Agricola il CaparBio
+39 351 960 0097
[email protected]
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Data di pubblicazione: