Con oltre 5000 mq di serre, la sua azienda è fra le più specializzate nella produzione di peperoni. L'azienda è ubicata in provincia di Verona, in un areale che negli anni ha assunto un ruolo primario nella produzione nazionale.
L'agricoltore, che preferisce non esporre il suo nome, va controcorrente rispetto a certe abitudini. "Prima di tutto - afferma - non mi soddisfano le genetiche moderne. Ho effettuato molte prove, con tante case sementiere, ma il peperone che reputo di alta qualità è ancora quello di 20-30 anni fa. Vi sono un paio di varietà 'vecchie' che danno ottimi risultati in peso e qualità. Una varietà è remunerativa se produce almeno 7,5 kg di peperone a pianta. Altrimenti si va sotto la linea di galleggiamento rispetto ai costi. E un'azienda, per essere tale, deve guadagnare, non stare in pareggio o rimetterci".
Foto d'archivio
In Italia i peperoni si coltivano in diverse zone, da nord al sud. Nel nord, una delle principali aree è il Veneto e il produttore dichiara che la raccolta nella sua azienda è concentrata da fine giugno a fine settembre. Ma quest'anno, a causa delle temperature autunnali elevate, ha raccolto peperoni fino a metà novembre.
"I prezzi ottenuti nelle ultime settimane - precisa - sono stati poco soddisfacenti, attorno a 1,50 euro/kg. Va tenuto conto che c'è stato parecchio prodotto da Spagna e sud d'Italia. In precedenza però c'erano stati momenti più positivi. In alcune settimane si sono raggiunti 2,50 euro/kg per le produzioni migliori di prima qualità. In generale, il 2023 ha registrato prezzi più bassi rispetto al 2022 e comunque a settimane alterne".
L'agricoltore è particolarmente meticoloso nella gestione delle concimazioni. "Tutto parte dall'apparato radicale. Se la pianta sviluppa bene, poi non avrà problemi. Occorre però gestirla con criterio. E ci sono alcuni accorgimenti, che non voglio rivelare, che permettono di produrre bene anche con piante sotto stress".