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A cura di Daria Lodi - CSO Italy

Frutta e verdura biologica, i consumi delle famiglie

I dati inerenti il comparto ortofrutticolo biologico italiano per il consumo fresco e domestico indicano una diminuzione nei volumi di acquisto nel corso del 2022, con una riduzione del -9% rispetto all'anno precedente. Questa tendenza potrebbe essere dovuta a vari fattori, tra cui cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, disponibilità di prodotti biologici, prezzi e altre dinamiche di mercato.

La quota di ortofrutta biologica rispetto a quella convenzionale nel consumo totale rimane stabile intorno al 6%. Questo suggerisce che, nonostante l'interesse crescente per i prodotti biologici negli anni precedenti, la migrazione dei consumatori tradizionali verso il biologico potrebbe non essere stata così ampia come previsto.

Proprio i prezzi medi più elevati potrebbero disincentivare l'acquisto di ortofrutta biologica infatti, è interessante notare che, nonostante l'incremento del prezzo medio di acquisto sia stato inferiore per l'ortofrutta biologica rispetto a quella convenzionale (+3% contro +9%), il valore unitario dei prodotti biologici è ancora più elevato rispetto a quelli convenzionali (2,22 euro/kg per il biologico).

Da un punto di vista temporale il terzo trimestre, quello che copre i mesi da luglio a settembre, è il periodo dell'anno in cui si verifica una leggera prevalenza degli acquisti di ortofrutta biologica. Durante questo periodo la percentuale degli acquisti totali sale al 27% e l'ammontare delle tonnellate acquistate subisce una contrazione meno significativa rispetto agli altri periodi dell'anno (-4%).

L'importanza degli acquisti di ortofrutta biologica in estate può essere attribuita al fatto che la frutta rappresenta l'88% del totale degli acquisti, mentre gli ortaggi ne costituiscono solo il 12%. Anche se la componente di ortaggi biologici sta crescendo anno dopo anno, non è ancora sufficiente a superare la predominanza della frutta nella stagione estiva. Tuttavia, è incoraggiante notare che la componente degli ortaggi biologici sta guadagnando importanza nel mercato, il che potrebbe indicare un aumento dell'interesse per i prodotti in questa categoria.

Come accennato questi dati riflettono inoltre le preferenze dei consumatori per la frutta biologica durante la stagione estiva, probabilmente legate alla disponibilità di ampia varietà di frutta fresca e poco frigoconservata in quel periodo dell'anno. Eventuali sforzi per promuovere gli ortaggi biologici potrebbero aiutare a bilanciare ulteriormente i consumi di ortofrutta biologica nel corso dell'anno.

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La macro componente della frutta ha registrato un calo del -16% rispetto al 2019, ossia il terzo anno consecutivo di diminuzione dei volumi di acquisto. Nel 2022 la frutta biologica ha subito una contrazione del -10% in termini di volume, anche se il prezzo medio di acquisto è aumentato del +3%. Tuttavia, l'aumento dei prezzi non è stato sufficiente a compensare la diminuzione degli acquisti in quantità, portando a una diminuzione del -7% nella spesa complessiva rispetto all'anno precedente.

In termini di comportamento d'acquisto, nel 2022 il 61% delle famiglie ha acquistato almeno una volta una referenza di frutta biologica. Questa percentuale è in leggero calo rispetto al picco del 2020, quando la pandemia ha portato molte persone a inserire nella spesa quello che riuscivano a trovare presso i punti vendita, spesso carenti di referenze ortofrutticole in generale. Ogni famiglia acquirente ha consumato circa 17,5 kg di frutta biologica nel corso dell'anno, generando una spesa media di circa 37,4 euro per nucleo.

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I dati indicano che nel 2022 c'è stato un leggero calo del -2% nei volumi di acquisto di ortaggi biologici, portando la macrocategoria a poco meno di 37 mila tonnellate. Tuttavia, il bilancio a cinque anni per gli ortaggi rimane positivo, con un incremento del +28% rispetto al 2018 quando il consumo era di 28 mila tonnellate. I prezzi medi di acquisto attuali sono sostanzialmente in linea con quelli registrati nel 2018 e nel 2021, con il valore di 2,83€/kg. La penetrazione degli ortaggi biologici scende al 51% nell'ultimo anno, ma la serie storica mostra una lenta e costante crescita. Ciò suggerisce che, nonostante il calo temporaneo, c'è un interesse in crescita per gli ortaggi biologici tra i consumatori italiani. Il volume medio di acquisto per famiglia rimane costante a circa 2,8 kg all'anno, generando una spesa di poco inferiore agli 8 euro.

Le fonti di acquisto preferenziali per l'ortofrutta "bio" sono quelle della grande distribuzione: nel 2022, il 64% dei volumi è transitato da punti vendita appartenenti a ipermercati, supermercati, discount o superette, corrispondenti a oltre 198 mila tonnellate su un totale di 308 mila. Non sono però esenti da contrazioni di acquisto, infatti nell'ultimo anno si è perso il -4% dei volumi.

Nel dettaglio per il 2022: i supermercati rappresentano il principale player nel settore biologico, con il 42% dei volumi totali, che equivale a oltre 128 mila tonnellate (-4% del 2022 sul 2021). Sebbene le quantità siano leggermente inferiori rispetto al biennio 2020-2021, sono superiori a quelle del 2018-2019; i discount hanno guadagnato importanza nel mercato biologico, contribuendo con il 13% delle quantità, pari a 41 mila tonnellate (+6%), il valore più alto mai registrato. Quindi ipermercati con un ammanco del 14% e superette del -25%.

Per quello che riguarda i canali tradizionali invece la situazione è la seguente: i fruttivendoli rappresentano il 15% del totale, con circa 45 mila tonnellate (-3% del 2022 sul 2021), mentre i mercati ambulanti o rionali coprono il 12% dei volumi, pari a 36 mila tonnellate (-20%). Come già analizzato anche in precedenza i prezzi medi di acquisto di ortofrutta biologica sono in aumento, con un trend che dura da anni. Nel dettaglio, i prezzi medi più elevati sono stati registrati nei mercati ambulanti e rionali (2,31 euro/kg), seguiti dagli ipermercati (2,24 euro/kg) e dai supermercati (2,22 euro/kg). I fruttivendoli o specializzati hanno un importo medio di 2,16 euro/kg, le superette o piccole superfici 2,13 euro/kg, mentre i discount offrono la fonte più economica per l'acquisto di ortofrutta biologica con un importo medio di 2,06 euro/kg.

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La distribuzione regionale degli acquisti vede andamenti diversificati sul territorio nazionale. Partendo da Nord Ovest, che rappresenta il 33% dei volumi italiani di ortofrutta biologica, si registra una diminuzione del -6% rispetto al 2021. Nel Nord Est, che ricopre il 19% del totale degli acquisti, si traduce il volume a circa 57 mila tonnellate, con una contrazione del -16% rispetto all'anno precedente. Centro e Sardegna: questa area copre il 22% delle quote totali e ha evidenziato un aumento del +8% negli acquisti, portando il totale a circa 70 tonnellate. Infine Sud e Sicilia, che accentrano il 25% del volume italiano, subiscono un calo significativo del -19%. Aumenti diffusi di prezzo medio su tutte le macro aree della penisola.

Questi dati riflettono le differenze regionali nelle abitudini di acquisto di ortofrutta biologica in Italia, con il Nord Ovest che guida in termini di volumi, ma con una diminuzione, mentre il Centro e la Sardegna mostrano una crescita significativa negli acquisti. I prezzi medi variano regionalmente, con il Nord Est che presenta i prezzi più elevati e il Sud e la Sicilia che registrano gli importi medi più bassi.

E per il 2023? La forte inflazione continua a farsi sentire sulla spesa delle famiglie italiane, ma non solo, l'anno in corso per l'ortofrutta è indubbiamente uno dei più difficili per il comparto: non vi è ambito nel quale non si siano rilevati importanti problemi, dalla produzione alla manodopera, dal clima e gli eventi estremi e non ultimo i rincari di materie prime. In questo scenario che abbraccia indistintamente l'agroalimentare sull'ortofrutta biologica grava anche il gap del prezzo rispetto al convenzionale, acquirenti non particolarmente fidelizzati tendono ad abbandonare il bio alla ricerca del "prezzo" nonostante anche nei primi 9 mesi del 2023 il bio cresca del +9% attestandosi a 2,39€/kg, mentre il convenzionale del +11%. In termini di volume nel cumulato da gennaio a settembre le famiglie hanno acquistato 217 mila tonnellate contro le 233 mila del 2022, un differenziale pari al -7%, a fronte di una spesa superiore sull'anno del +2%.

A meno che l'ultimo trimestre del 2023 non ci riservi soprese, difficili da immaginare, il solco per questa annata è ben chiaro e definito.

Data di pubblicazione: