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Tony Derwael, Bel’Export:

"Attenzione all'eccessivo ottimismo"

"Le prospettive sono migliori rispetto all’anno scorso", riferisce Tony Derwael, responsabile commercio globale di frutta e verdura di Bel'Export, riferendosi alla stagione belga delle pere e aggiungendo che la raccolta è generalmente inferiore alle stime di WAPA (World Apple and Pear Association). Tony prevede che il raccolto belga sarà di circa 380mila tonnellate, più o meno lo stesso livello dell'anno scorso.

Si prevedono raccolti inferiori in tutta Europa e, secondo Tony, questo offre delle opportunità. "Il consumo europeo è solitamente pari a 2 milioni di ton, mentre l'attuale stima di produzione è di 1,5 milioni di ton. Questo produrrà degli effetti che sentiremo già in questa stagione in termini di domanda".

Fallimento dei raccolti
Ma Tony raccomanda un cauto ottimismo. "Dobbiamo evitare di essere eccessivamente fiduciosi. Questo boom delle pere è semplicemente dovuto a una serie di raccolti falliti". In particolare, Tony parla dei problemi affrontati dall'Italia. "Una volta che l'Italia non avrà più questi pessimi raccolti, la vendita delle pere tornerà ad essere difficile", spiega Tony.

"Sebbene il clima abbia un ruolo attivo nei fallimenti dei raccolti, questi sono temporanei”. Tony sottolinea che è difficile prevedere l’evoluzione del cambiamento climatico e che i cicli colturali di inizio e fine anno si alternano naturalmente. "Negli anni '80 c'erano cicli di fine anno, con stagioni di crescita brevi, raccolti tardivi e meno tonnellate prodotte. Negli ultimi 20 anni, abbiamo avuto cicli di inizio anno, quindi con enormi quantità per ettaro", continua Tony.

Un fenomeno temporaneo
Derwael dice che negli anni '80 venivano raccolte 40 tonnellate di Jonagold per ettaro, ora sono 80. I cicli potrebbero cambiare di nuovo e i bassi raccolti di pere italiane potrebbero essere un fenomeno temporaneo, secondo Derwael. In ogni caso, non prevede uno sradicamento massiccio dei pereti in Italia.

Tony è ottimista anche riguardo al mercato delle mele a breve termine dove la produzione risulta bassa, fornendo una solida base sotto forma di prezzi elevati per il settore. Tony attribuisce questa situazione soprattutto al raccolto deludente della Polonia. "Dovrebbero raccogliere il 10% in meno. Invece dei soliti 4,5 milioni di tonnellate di mele, il volume del raccolto sarà probabilmente solo di circa 4 milioni di tonnellate: 400mila tonnellate in meno in Polonia sono le mele di Belgio e Paesi Bassi messe insieme. Questo la dice lunga".

Solida base
Secondo il commerciante, i principali responsabili sono le gelate tardive e l’alternarsi delle annate in Polonia. "In un anno di avvicendamento delle colture, i fiori congelano molto rapidamente e ce ne sono decisamente meno, soprattutto per le varietà Jonagold e Idared. Molte Idared vanno all'industria e ne sentiamo già gli effetti. I prezzi stanno aumentando. Parliamo di circa 0,18 euro, mentre l'anno scorso era appena la metà. Possiamo partire da questo", spiega Tony. In ripresa anche le esportazioni. "Quest'anno abbiamo un permesso temporaneo per esportare in India, dove il raccolto è basso e le mele rosse sono molto richieste".

Tuttavia, Tony è meno ottimista riguardo al mercato locale delle pomacee. "È preoccupante che il consumo di mele e pere stia diminuendo. I giovani mangiano meno frutta rispetto al passato. Solo 30 anni fa, il consumo di mele belga era di 15 kg pro capite, ora è di 6,7 kg. Questo è allarmante", osserva Tony, aggiungendo che le pomacee devono affrontare molta concorrenza da parte dei frutti tropicali. "Chi compra avocado ad esempio, non prende più mele". Né Tony pensa che i prezzi abbastanza buoni delle pomacee locali siano un vantaggio in tempi di inflazione. "Le persone non hanno molto da spendere e devono accontentarsi. Ed è più facile rinunciare alla frutta che, ad esempio, al pane", è consapevole Tony.

Costo della manodopera
Tony ritiene che l'aumento del costo della manodopera sia fonte di grande preoccupazione per coltivatori e consumatori e teme che questi costi stiano diventando insostenibili per la frutticoltura. Inoltre, Tony vede ampliarsi le differenze di costo tra Belgio e Paesi Bassi, con questi ultimi che hanno costi di manodopera molto più elevati. Ciò influisce negativamente sul mercato, con gran parte della frutta olandese venduta direttamente in casse e le pere esportate in Polonia per una selezione più economica. Gli elevati costi della manodopera, quindi, influiscono sulle dinamiche del mercato e costringono i coltivatori ad apportare aggiustamenti strategici.

Automazione
Soprattutto nel processo di selezione, l'automazione potrebbe aiutare a controllare i costi anche se, secondo Tony, non incide direttamente sul costo della manodopera. Egli è convinto che "dovremmo automatizzare il più possibile", in particolare nella selezione di mele e pere, dove i robot possono sostituire il lavoro manuale. Tony prevede che entro dieci anni verranno utilizzati molti robot nel processo di selezione, anche se l’investimento iniziale sarà ingente. Ma potrebbe essere ammortizzato subito grazie al risparmio sui costi della manodopera, soprattutto nei Paesi Bassi dove i salari sono abbastanza alti.

Per quanto riguarda la raccolta però, Tony non vede ancora delle concrete possibilità di automazione. Il costo per l’implementazione di un numero sufficiente di robot che sostituisca il lavoro umano durante il periodo della raccolta, sarebbe troppo alto, anche se si ha la possibilità di acquistare o noleggiare i robot, secondo Tony. Non vale la pena spendere questi soldi, soprattutto perché il periodo di raccolta è piuttosto breve, solo un mese.

Per maggiori informazioni:
Tony Derwael
Bel'Export
Neremstraat 2
3840 Borgloon - Belgio
+32 12 440 551
[email protected]
www.belexport.com