Riprende la campagna del pomodoro siciliano da mensa coltivato in serra intensiva che, in generale, vede un ritardo nei trapianti, slittati a fine agosto. Molte aziende, tuttavia, hanno aspettato settembre e in qualche caso anche ottobre per la messa a dimora delle piantine.
E' Massimo Pavan, esperto Agromanager, in un'intervista, tra fatti e previsioni, a delineare i tratti di una stagione che non si prospetta per niente facile.
Massimo Pavan
"La causa dei ritardi nei trapianti del pomodoro da mensa sotto serra è da imputare all'eccessivo e persistente caldo che abbiamo dovuto registrare quest'estate – esordisce Pavan – Un caldo che prosegue anche in questi giorni di ottobre e che, a causa di un clima imprevedibile, potrebbe protrarsi ancora qualche settimana o più. E se Sparta piange, Atene non ride, perché la situazione è la medesima anche per i nostri principali competitor: Spagna e Marocco. La situazione, allo stato, con la mancanza di prodotto, determina prezzi sostenuti alla produzione, con una forbice (per il cherry) che va da 1,50 a 2,00 euro/kg, a seconda della qualità delle partite. Una qualità organolettica che fatica a raggiungere gli standard abituali, per sapore e grado Brix, proprio perché vi una continua necessità di irrigare per contrastare le anomale temperature alte".
"Si fa tanto parlare della riduzione dei consumi in ortofrutta – continua l'esperto – ma la verità è che la domanda supera grandemente l'offerta su tutte le piazze europee, almeno fin qui e per quanto attiene il pomodoro! La partita vera però si giocherà a partire da novembre, con l'arrivo di tutto il prodotto che, verosimilmente, maturerà nello stesso momento. E proprio come l'anno scorso, si potrebbero registrare volumi eccessivi, con squilibrio del mercato e un conseguente, drastico ribasso dei prezzi. Potremmo, dunque, assistere a un bimestre di novembre e dicembre con quotazioni basse, che si riprenderebbero solo a gennaio con l'arrivo del freddo e con il riequilibrio tra volumi disponibili e richieste. Un film già visto, che non fa bene al comparto produttivo, esclusi sparuti fortunati che prenderanno solo i prezzi migliori; ma chi come noi lavora secondo una programmazione non ne sarà favorito".
"Purtroppo il clima, ormai cambiato, non ci consente di scaglionare i trapianti – si lamenta Pavan – generando incongruenze sul piano produttivo e, di conseguenza, su quello commerciale. Talora bastano poche tonnellate in più di prodotto per sconvolgere il delicato equilibrio tra domanda e offerta, con conseguenze negative sui fatturati aziendali".
"Ciò che quest'anno sembra essere un po' meno drammatico è l'impatto del virus ToBRFV – conclude l'intervistato – Pare che la pressione sia minore, da una parte grazie alla rinnovata genetica, dall'altra probabilmente grazie anche a una più consapevole gestione delle colture in campo da parte dei produttori. Per il momento prendiamo atto della migliore situazione, a meno che le cose non dovessero cambiare nel corso della campagna".