Fino a pochi giorni fa, le temperature erano pressoché simili a quelle di giugno (di un giugno normale), per cui gli acquisti di castagne e marroni sono andati molto a rilento.
"Per quanto riguarda la raccolta del marrone - spiega Renzo Panzacchi, portavoce dell'Associazione Consorzi Castanicoltori Appennino Emilia-Romagna - in Emilia Romagna è successo di tutto: Abbiamo registrato da 10 a 15 giorni di ritardo rispetto alla norma; temperature oltre i 30° fino a metà ottobre; calibri inferiori alla media a causa della mancanza di piogge nel periodo cruciale per lo sviluppo dei frutti (dopo il 15 agosto)".
Renzo Panzacchi
Inoltre, i frutti poveri d'acqua e quindi più leggeri, al punto da non riuscire a rispettare le tabelle di "numero frutti/kg".
"Sostengo da sempre che per la castanicoltura tradizionale (non quella intensiva) le previsioni del raccolto sono del tutto aleatorie e che occorre attendere l'apertura dei ricci per fare valutazioni più attendibili. Alla metà di settembre, al convegno di Eurocastanea, che quest'anno si è svolto in Austria, le previsioni per la nostra regione davano un calo del 40%. All'apertura dei ricci, attorno al 10 ottobre, una visione leggermente più ottimistica quotava un -30%".
"Oggi, a giochi quasi conclusi, la realtà evidenzia un calo produttivo vicino al 50%, complice soprattutto il peso dei frutti, come già detto più leggeri per mancanza di acqua, e per l'incidenza del "bacato" (danno provocato dalle cidie Splendana e Fagiglandana) che in certe zone ha raggiunto il 40%".
"Aggiungo che il -50% è un dato medio, ma che in alcune aree, come Castel del Rio e la Vallata del Senio, si è arrivati fino a -70%.
Uniche note positive, la straordinaria dolcezza dei frutti dovuta all'alta concentrazione degli zuccheri, e la sostanziale assenza del fungo gnomoniopsis nella fase di raccolta. E, come sempre accade quando il prodotto è scarso, i prezzi restano sostenuti", conclude Panzacchi.