Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Crisi monetaria in Egitto

Gli esportatori ripongono le loro speranze nell'adesione al blocco BRICS

All’inizio di ottobre, le banche centrali degli Emirati Arabi Uniti e dell’Egitto hanno concluso una linea di swap in valuta, accordo finalizzato a sostenere l’economia egiziana in difficoltà. In un comunicato stampa congiunto si dichiara che l’accordo consentirà alle due banche centrali di scambiare fino a 5 miliardi di dirham degli Emirati e 42 miliardi di sterline egiziane, ovvero all’incirca l’equivalente di 1,36 miliardi di dollari.

Se gli swap di valuta tra i Paesi del Golfo e l’Egitto e, più in generale, gli aiuti finanziari all’Egitto da parte dei Paesi del Golfo, sono stati frequenti e hanno raggiunto un totale di 100 miliardi di dollari dal 2013, è perché riflettono la portata della crisi monetaria in Egitto, la cui economia è stata rallentata dall’erosione delle riserve valutarie estere e dalla svalutazione della Sterlina egiziana rispetto al Dollaro statunitense.

Il commercio agricolo è particolarmente vulnerabile
L’impatto sulle esportazioni agricole è pesante. Nella scorsa stagione, le fluttuazioni dei prezzi per molte colture - agrumi, cipolle, patate e altre da esportazione - erano quasi quotidiane, in un’apparente guerra dei prezzi alimentata dai differenziali dei tassi di cambio e dalla riduzione dei margini di profitto per gli esportatori.

Un altro impatto collaterale della crisi valutaria sul settore agroalimentare sono le normative per l’esportazione. Per contenere l’erosione delle riserve valutarie, il governo richiede alle società importatrici di svolgere un’attività che consenta di far affluire valuta estera. Il collegamento con il settore agricolo è che, per adattarsi a queste normative, un numero significativo di importatori sceglie di esportare prodotti ortofrutticoli, con il conseguente impatto di operatori "parassiti" tra gli esportatori regolari.

L’adesione al BRICS è accolta con favore dagli esportatori
Poi è arrivato il grande annuncio: l’Egitto è stato invitato ad aderire al blocco dei Paesi BRICS. La notizia è stata accolta con grande entusiasmo dagli operatori del settore agroalimentare e dagli esportatori in generale.

Per capire come l’adesione al BRICS aiuterà gli esportatori agricoli, abbiamo parlato con l’analista economico Khaled Al-Sayed, autore di “Hakawi Fi Elbusiness” (Storie aziendali), una rubrica dedicata al commercio internazionale egiziano e all’andamento della valuta, e seguita da un numero elevato di esportatori egiziani e arabi.

Tornando al D-Day, il 23 agosto 2023, pochi si aspettavano che l’Egitto diventasse membro del blocco dei Paesi BRICS, considerate le difficoltà del Paese. Khaled afferma: "Molti dicevano che l'Egitto aveva scarsissime possibilità di aderire al BRICS, a causa dell'attuale situazione economica, ma è non solo su questa che vengono prese decisioni politiche ed economiche cruciali. La Cina è molto interessata ad espandersi in Africa, e l'Egitto può rappresentare una grande opportunità di accesso al continente, grazie alle ricche risorse e all'alta percentuale di giovani istruiti, per non parlare del suo vantaggio geografico e delle competenze industriali. La Russia considera l'Egitto un importante alleato dal punto di vista politico ed economico".

Nel breve periodo, l’adesione al BRICS potrebbe incrementare i volumi degli scambi
All’iniziale sorpresa sono seguiti subito i festeggiamenti tra gli esportatori e gli altri operatori economici che hanno condiviso questa loro gioia nei programmi televisivi e su Linkedin. Per Khaled, questo entusiasmo è del tutto giustificato. "I Paesi BRICS rappresentano un terzo del commercio egiziano, nonostante la carenza di dollari statunitensi in Egitto. Togliete il Dollaro dall'equazione e avrete un quadro più ampio: si prevede che l'Egitto sposterà la gran parte degli altri due terzi del suo commercio verso i Paesi BRICS, dal momento che il commercio internazionale avverrà con le valute nazionali, e non con il Dollaro. Questa dovrebbe essere un’ottima notizia per gli esportatori poiché potranno lavorare liberi dagli attuali limiti valutari che frenano la loro capacità"

Khaled continua: "Per come la vedo io, l'adesione al BRICS può essere un'opportunità per l'economia egiziana, in tutti i settori e per diverse ragioni. Molte industrie egiziane sono colpite dalla carenza del Dollaro, considerato che la gran parte del fabbisogno produttivo viene importato. A partire dal prossimo anno, questo problema potrebbe essere risolto, poiché i nuovi alleati del BRICS hanno già mostrato interesse nell’investire in Egitto, aprendo nuove fabbriche in diversi settori, trasferendo il know-how in Egitto e creando un nuovo hub che era atteso da tempo".

Il settore agricolo è particolarmente preoccupato dal previsto aumento degli scambi tra l’Egitto e i Paesi BRICS, in un momento in cui il cambiamento climatico e le tensioni geopolitiche stanno riportando la sicurezza alimentare in cima alle agende dei governi. "Nonostante le sfide del cambiamento climatico che stanno colpendo tutto il mondo, l'Egitto rimane la principale fonte di prodotti ortofrutticoli per molti Paesi BRICS", afferma Khaled. "L'anno scorso la sola Russia ha importato frutta e verdura dall'Egitto per un valore di 600 milioni di dollari. Con le nuove agevolazioni commerciali derivanti dall’alleanza BRICS, mi aspetto che questo numero cresca rapidamente. Il successo ottenuto con la Russia sarà replicato anche con altri Paesi BRICS. Suppongo che in futuro le esportazioni di agrumi verso la Russia verranno pagate in rubli, che l’Egitto potrà utilizzare anche per rifornire il nostro commercio di cereali con la Russia. Ma vorrei sottolineare l’importanza di rafforzare le nostre industrie agricole, sviluppando la produzione di succhi e marmellate di agrumi, ad esempio, insieme alle esportazioni di agrumi non lavorati, al fine di ottenere un valore più elevato".

I benefici in termini di stabilità valutaria non si vedranno dall’oggi al domani
Al di là delle speranze non ancora realizzate e dell’impatto limitato dell’adesione al blocco BRICS nel breve periodo, la semplice adesione non significa molto se non si stabiliscono gli strumenti per la sua attuazione, in particolare quelli monetari necessari per consolidare il tasso di cambio della Sterlina egiziana. Khaled afferma: "La vera questione è la definizione delle regole che valuteranno il tasso di cambio tra le rispettive valute dei Paesi BRICS. La banca centrale egiziana sta attualmente preparando un paniere di valute che includerà Dollaro americano, Euro e altre valute oltre all'oro. Ci chiediamo: quale sarà il ruolo della New Development Bank, o come viene chiamata la 'banca BRICS', nel definire il valore delle valute?".

Gli osservatori più ottimisti non possono che sperare in un miglioramento dei volumi spediti verso i Paesi BRICS, mercati che - non dimentichiamolo - sono già molto importanti per l'Egitto. Tuttavia, Khaled pensa che ci vorranno almeno 10 anni per misurare l’impatto reale dell’adesione al blocco BRICS.

Khaled spiega: "Credo che in questo momento stiano accadendo molte cose in vista della nuova espansione nel 2024: si delineano le politiche, si discutono le procedure e devono ancora essere concordate le linee guida principali. Da parte egiziana, mi risulta che il governo sta istituendo una 'Unità BRICS' all’interno del Consiglio, incaricata di gestire la cooperazione con il gruppo BRICS, e tra i suoi membri figurano ministri e funzionari competenti. Questa unità esaminerà tutti gli strumenti di lavoro con gli Stati membri e determinerà, insieme all’autorità per gli investimenti, quali progetti potranno essere presentati ai Paesi BRICS nel prossimo periodo. Dal mio punto di vista, abbiamo bisogno di almeno 10 anni tra la definizione di una strategia e l’implementazione degli strumenti necessari per realizzarla a livello intra-BRICS".

Per maggiori informazioni:
Khaled Al-Sayed
Business Stories (Hakawi Fi Elbusiness)
+20 109 044 0929
[email protected]
www.linktr.ee/khaled_al_sayed

Data di pubblicazione: