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Voce alla GDO con "Parole d'ortofrutta" di Giancarlo Amitrano

Quando il buyer dell'ortofrutta scende in campo

Prendi un giorno libero, o quasi, e dedicalo alle visite in campo: varrà come un Master alla Johns Hopkins! Sono consapevole del fatto che vivere da dietro una scrivania il mondo dell'ortofrutta sia fortemente limitante e preclusivo di tutte quelle informazioni, nozioni, esperienze che solo la terra vissuta in presa diretta può dare e così, appena possibile, mi ritaglio una full immersion (full sta per andata e ritorno in giornata…) in produzione, meglio se a ridosso di imminenti inizi campagna. E così ho deciso per un last minute in Sicilia con due obiettivi: carciofi e agrumi.

Prima tappa, l'areale di Gela per una visita presso alcuni appezzamenti di carciofi che nella passata stagione avevo conosciuto solo incassettati alla consegna. Leggermente in anticipo sulla stagionalità per poter vedere capolini ben formati, ma abbastanza avanti nel ciclo di trapianto per ammirare uno stato vegetativo della piante rigoglioso e forte, con colore verde intenso da far presagire, meteo permettendo, un grande inizio di stagione.

Memorizzo quante più nozioni possibili, per la maggior parte tutte nuove non avendo un background agricolo, e scopro che al fine di favorire la scalarità delle raccolte ci sono trattamenti che possono portare la pianta a uno stato quasi dormiente così da rallentare il passaggio in produzione. Informazione immagino normale per chi nel campo ci si sporca quotidianamente, ma la faccio mia con la meraviglia di un bambino.

Segno sul blocco appunti: comunicare in largo anticipo le papabili date promozionali con picchi di volumi, così da svegliare per tempo la bella addormentata.

Seconda tappa: l'areale di Scordia per una visita presso un'azienda agrumicola. La prima impressione fa subito correggere la premessa: non azienda ma giardino, perché il tutto è progettato con la cura maniacale della reggia di Versailles. Ettari di piante perfettamente allineate come soldati e stradine di pietrisco battuto per percorrere la tenuta: mi vergogno al pensiero che quella che a me sembra una passeggiata di piacere per molti sia un quotidiano cammino di fatica, ma la bellezza è tale che non si riesce a non immaginarlo come un posto di ricreazione. Le piante si presentano molto cariche di frutti, con i rami che si accasciano appesantiti verso terra, e questo conferma i rumors circa una stagione con volumi importanti. Difficile ancora fare proiezioni sui calibri, in particolare sulla paventata minore presenza di pezzature grandi: certo che l'importante numero dei frutti sui rami qualche dubbio lo crea.

Ogni visita di solito, o quasi, porta un'illuminazione ed anche questa volta lo è stato per me. Ho conosciuto il Cara Cara, una varietà di arance navel a polpa rosata dal caratteristico sapore dolce tipico della tipologia, ma con vago sentore di lamponi ed+ una consistenza della polpa simile al pompelmo, il tutto unito a una bassissima acidità del succo. Già da qualche anno, il Regno Unito è consumatore del Cara Cara o meglio Pink navel, a conferma del fatto che troppo spesso l'estero è il miglior estimatore delle produzioni italiche. Seconda nota sul blocco appunti: organizzare test con implementazione assortimentale.

L'ultima sorpresa del tour è la scoperta di circa 250 piante di lime dal fantastico profumo citrico dolce-pungente, cosa che sembra perfettamente in linea con la recente vocazione isolana verso i frutti esotici, avocado e mango in primis. Terza e ultima nota sul blocco: ideare una retina da circa 300 grammi con banda riportante il disegno della regione Sicilia.

Grazie Donna Fina per questa fantastica esperienza sensoriale.

Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros

(Rubrica num. 27)