"A un mese dall'inizio della raccolta della noce di Sorrento, Ismea registra un rincaro del prodotto secco pari al 28% rispetto allo stesso periodo del 2022. Frutto di una pianta italiana a maturazione intermedia, la noce di Sorrento si presenta di pezzatura medio-grossa, forma ellittica con base arrotondata e apice a punta, dal caratteristico e inconfondibile sapore decisamente amarognolo del gheriglio ambrato. Più adatta alla sgusciatura, considerata una resa media di oltre il 50%, resta invece la noce Chandler, il frutto americano di importazione, che presenta un sapore più dolciastro e gheriglio tendenzialmente avorio". Così dichiara Carmela Ragosta, responsabile controllo qualità dell'azienda campana Mocerino Frutta Secca.
Mocerino Frutta Secca è un'azienda a conduzione familiare, fondata nel 1957 a Somma Vesuviana (NA). Giunta oggi alla terza generazione di imprenditori, è tra i principali operatori nel comparto, sia in Italia sia all'estero. La gamma dei prodotti a marchio è ampia, tra noci, nocciole, mandorle, ma anche prodotti per il benessere quotidiano, come zenzero e frutta disidratata, oltre al variegato mondo delle migliori bacche: goji, mirtilli e tante altre.
"Sono in crescita le superfici investite di noce della varietà Chandler, pertanto sempre maggiori sono i terreni italiani dedicati a questa pregiata varietà. In Italia però, per motivi climatici, si registra un 50% in meno di prodotto raccolto rispetto allo scorso anno".
Nonostante la concorrenza sempre più agguerrita delle noci cinese, il mercato nazionale conferma che la scelta preferita dei consumatori italiani è il prodotto di origine domestica, nonostante i prezzi più alti che, se da un lato non incentivano all'acquisto, dall’altro confermano una tendenza diffusa: quella del mangiar bene senza guardare troppo ai costi. Le valutazioni, del resto, sono in rincaro anche sul mercato della nocciola: in particolare, il prodotto di origine campana proveniente dalla valle di Giffoni registra un aumento del 9,8% del prezzo d'origine”.
“Quello attuale non è un periodo rassicurante - conclude Carmela Ragosta - neanche per la frutta d'importazione. In Tunisia la forte siccità registrata già lo scorso aprile, con un tasso di riempimento delle dighe inferiore al 30%, ha compromesso parecchie coltivazioni in particolare di datteri che ad oggi registrano forti ritardi di disponibilità sul mercato. Condizioni climatiche avverse, con temperature oltre i 30°C, hanno comportato ritardi anche per le coltivazioni di fichi in Turchia: a essere compromessi non sono solo i volumi minori rispetto alla scorsa stagione, ma la stessa qualità del prodotto disponibile. Esso si presenta infatti di calibro inferiore e con un prezzo maggiorato fino al 30%”.
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