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ENEA: "Aumentare valore nutraceutico e freschezza di frutta e verdura"

Nuovo trattamento a raggi ultravioletti per dimezzare l'uso dei fitofarmaci

Trattare frutta e verdura con raggi ultravioletti per incrementarne il valore nutraceutico e la freschezza, riducendo del 50% la quantità di agrofarmaci. È quanto punta a realizzare ENEA nell'ambito del "Progetto Ormesi", che prevede la progettazione di un piccolo robot a controllo remoto per irraggiare frutta e verdura in modo da stimolarne le difese e rafforzarne la resistenza ai patogeni.

I primi test su basilico, mele e limoni trattati con raggi UV-C hanno mostrato una migliore reazione di piante e frutti ai comuni patogeni che causano le muffe, aprendo la strada ad applicazioni in serra e su colture estese. Lo spiega meglio Paolo Di Lazzaro del Laboratorio ENEA di Applicazioni dei plasmi ed esperimenti interdisciplinari, che cura la ricerca insieme ai colleghi di laboratorio Daniele Murra e Sarah Bollanti e alle altre due ricercatrici ENEA Antonia Lai (Laboratorio Diagnostica e metrologia) e Loretta Bacchetta (Laboratorio Bioprodotti e bioprocessi).

Limoni pre e post irraggiamento

"In laboratorio abbiamo dimostrato che un'opportuna dose di luce ultravioletta UV-C irraggiata su piante e frutti determina una maggiore resistenza ai patogeni e alle malattie pre e post raccolta - dice Di Lazzaro - In pratica, la luce ultravioletta crea uno stress positivo, cui la pianta reagisce con la produzione di particolari metaboliti, che per analogia e semplicità potremmo definire anticorpi in grado di aumentare le difese naturali e quindi la resistenza ai patogeni delle piante stesse. E questo effetto è noto come 'ormesi', da cui prende il nome il nostro progetto".

Paolo Di Lazzaro

I ricercatori ENEA pensano di equipaggiare il piccolo robot anche con sensori ottici in grado di riconoscere selettivamente le zone della pianta che necessitano del trattamento. La realizzazione di un sistema hi-tech come questo consentirebbe di trasferire rapidamente la tecnologia alle PMI che costruiscono, ad esempio, trattori e droni per l'irrigazione e il trattamento fitosanitario.

"Si tratta di un'alternativa veloce, efficace e sostenibile all'uso di fitofarmaci - sottolinea dal canto suo Loretta Bacchetta - che permette di proteggere le colture dall'aggressione di virus, funghi e batteri e di preservare integrità, freschezza e proprietà nutrizionali di frutta e verdura. Inoltre, l'impiego di questa tecnica permetterebbe di abbattere l'inquinamento di suolo, acqua e aria, oltre a ridurre il rischio per la salute di agricoltori e consumatori, che troverebbero meno residui di agrofarmaci nei cibi e nelle bevande".

Sarah Bollanti e Andrea Murra

"L'irraggiamento UV-C di frutta e verdura - aggiunge Antonia Lai - produce un aumento del contenuto di antociani, flavonoidi, con conseguente incremento del valore nutraceutico, mentre agisce sulle poliammine che inibiscono la maturazione, con un impatto positivo sulla commercializzazione, grazie all'aumento della durata dei prodotti. I primi risultati incoraggiano ulteriori studi per l'applicazione dei raggi UV-C, mirata a regolare il processo di maturazione dei prodotti ortofrutticoli con trattamenti pre-raccolta, tenendo conto sia della praticità e della convenienza economica, sia dell'aumentata componente nutraceutica".

"Andando nel dettaglio della sperimentazione - si riallaccia Bacchetta - anche dopo 75 giorni dal trattamento le piante di basilico irraggiate a basse dosi con radiazione UV-C e poi infettate con il patogeno hanno registrato una percentuale di sviluppo fungino minore (30% della superficie fogliare) rispetto al basilico inoculato e non irraggiato (90%). I risultati che abbiamo raccolto finora evidenziano che l'effetto benefico della radiazione UV-C si protrae nel tempo. Nel caso delle mele, invece, il trattamento a base di raggi UV-C ha permesso di rallentare la diffusione del patogeno all'interno del frutto e, di conseguenza, la sua marcescenza. Risultati preliminari incoraggianti anche per il limone che, dopo 40 giorni dal trattamento, ha registrato l'inibizione totale dello sviluppo del patogeno, mentre nella parte infettata, ma non trattata con luce UV-C, è stato invaso dallo stesso patogeno".

Ogni anno nel mondo si consumano 2 milioni di tonnellate di agrofarmici, che non si riescono a rimuovere completamente da frutta e verdura con il semplice lavaggio.