Il tema del packaging e del relativo Regolamento europeo continua a tenere banco. Dopo l'autorevole intervento di Sophie Guillin (cfr. Freshplaza del 29/09/2023), è la volta di un altro esperto del comparto, Rocco De Lucia, titolare di Siropack, azienda che costruisce tecnologie per packaging di tutti i tipi e tutti i materiali.
"Proseguono i lavori sul PPWR 2022 della Commissione Europea - esordisce De Lucia - ma più ci avviciniamo alla conclusione e più incoerenze e disequilibri di questo "regolamento imballaggi" appaiono evidenti. Siropack, preso atto della bozza originale del documento, attualmente in fase di revisione da parte della Commissione incaricata, ribadisce con forza la pericolosità del suo approccio populista e totalmente privo di basi scientifiche".
Rocco De Lucia
"La scarsa consapevolezza in materia dimostrata dalla Commissione, rischia di gettare all'aria anni di lavoro e linee guida (vedasi Action Plan per l'Economia Circolare e Green Deal) orientate alla riduzione dei rifiuti da imballaggi tramite il miglioramento della riciclabilità, la promozione del riutilizzo e la garanzia di sicurezza e igiene alimentare".
Il quadro del documento oggetto di revisione delinea infatti un estremismo miope ed esclusivo, che demonizza a priori la plastica causando una discriminazione tra produttori e importatori.
"Questa manovra porterà l'Europa a un discostamento plateale dalle linee guida ONU in materia di sostenibilità: basti pensare che dei 169 sotto-obiettivi dell'Agenda 2030 il regolamento ne soddisfa soltanto uno (il 12.5, riduzione dei rifiuti) - spiega De Lucia - Ma come la mettiamo con tutti gli altri aspetti su cui questo scellerato documento avrà un impatto negativo? Spreco alimentare, aumento dei costi a discapito dei consumatori, impatto climatico. Vogliono farci fare un passo avanti e cento indietro, mentre la filiera, soprattutto in Italia, è ricca di imprese che stanno investendo con decisione su una reale sostenibilità dei propri processi".
Dati alla mano, i consumatori italiani a gennaio 2023 hanno sprecato mediamente 524,1 grammi di cibo su base settimanale. Gli alimenti più sprecati sono frutta fresca (24,0 g.), insalate (17,6 g.), cipolle, aglio e tuberi (17,1 g.), pane fresco (16,3 g.) e verdure (16,0 g.). La principale percezione che hanno i consumatori rispetto alla motivazione dello spreco è la poca conservabilità di questi alimenti nelle case, visto che in precedenza tali prodotti sono stati stoccati in impianti frigoriferi (fonte: Waste Watcher International Observatory), mentre sappiamo che la reale causa è la mancanza di un packaging adeguato, che causa una maggiore deperibilità.
"Ogni addetto al settore può esaminare la bozza di documento pubblicata, notando facilmente il grave disallineamento tra gli obiettivi fissati dalla commissione e gli inadeguati mezzi che intende mettere in campo per raggiungerli - afferma De Lucia - un approccio talmente illogico che, alla luce delle spiacevoli situazioni già emerse in seno alla Comunità Europea, crediamo possa rendere opportuna una verifica da parte della magistratura in merito all'operato della commissione stessa".
E conclude: "Questa situazione chiama anche il mondo politico a fare la sua parte per tutelare le filiere coinvolte e tutti i cittadini italiani, destinati a subire gli effetti del nuovo regolamento, qualora questo non venga revisionato. Per questo esortiamo il Ministro alle Politiche agricole Francesco Lollobrigida e tutte le strutture preposte a ribadire con forza l'indignazione dell'Italia verso un documento tanto discriminante".
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