Violenti e imprevisti eventi climatici estremi si sono abbattuti su alcuni territori della Puglia lo scorso sabato (23 settembre), compromettendo soprattutto diverse coltivazioni di ortaggi, vigneti e uliveti. Ne abbiamo parlato con Marco Nicastro, presidente della Soc. Coop. Agricola Mediterraneo S.p.A, una nota realtà imprenditoriale della provincia di Foggia (Torremaggiore) con 500 ettari dedicati a pomodoro da industria.
A sinistra: chicchi di grandine caduti sabato 23 settembre. A destra, coltivazioni danneggiate dal maltempo.
"Mentre si stava svolgendo la raccolta, intorno a mezzogiorno una tromba d'aria ha interessato parte del nostro areale, trasformandosi in temporale e grandine. In realtà, il maltempo era previsto per la domenica e il lunedì. Abbiamo così prontamente interrotto le operazioni di raccolta, consapevoli che da lì a poco avremmo registrato dei danni alle coltivazioni. Decine di bins vuoti sono stati così trascinati per 400-500 m. Dalle prime stime, 20-22 ettari di pomodoro tondo e lungo presentano percentuali di danno anche superiori all'80%, ma in alcuni appezzamenti le piante sono state completamente smantellate, rendendo visibile solo l'impianto di irrigazione superficiale. Fortunatamente, la campagna del pomodoro da industria è quasi al capolinea, altrimenti il bilancio sarebbe stato preoccupante".
L'instabilità ha preso forma sotto il subappennino Dauno per prolungarsi tra Lucera nord, Torremaggiore, San Severo Sud e fino ad Apricena, perdendo la sua intensità nel lago di Lesina.
Marco Nicastro, imprenditore e presidente della Soc. Coop. Agricola Mediterraneo S.p.A.
L'imprenditore pugliese ci spiega che le bacche maggiormente colpite dalla grandine non sono commercializzabili per alcune trasformazioni programmate (come pomodoro cubettato o pelato), ma verranno comunque destinate all'industria sotto altri usi (ad esempio concentrato). "A circa 5 km di distanza dall'epicentro, non ha nemmeno piovuto. Abbiamo ancora 75 ettari di pomodoro ancora da raccogliere. Da alcuni anni, con l'intensificarsi dei cambiamenti climatici, chiediamo a tutti i nostri soci di stipulare polizze contro eventi atmosferici imprevisti e distruttivi, così da ripagare quantomeno la produzione lorda vendibile. Ormai, molti agricoltori non vedono più l'assicurazione come un'ulteriore voce di costo, ma soprattutto come una spesa utile a limitare i rischi d'impresa".