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Christophe Rabatel, Ceo di Carrefour Italia

"Il biologico rappresenta un elemento centrale nella strategia di transizione alimentare per tutti"

Nella giornata di ieri 7 settembre, Christophe Rabatel, Ceo di Carrefour Italia, ha partecipato all’incontro "Opportunità e sfide della domanda Bio: mercati internazionali, Italian sounding, greenwashing, blockchain", un confronto tra diversi stakeholder del settore sul ruolo del biologico come elemento chiave di sistemi alimentari sostenibili e sull’importanza di sostenere i produttori biologici.

E' stata l'occasione per evidenziare quanto il settore del biologico, per Carrefour Italia, rappresenti un elemento centrale nella strategia di "transizione alimentare per tutti", che ha l'obiettivo di assicurare l’accesso a cibo di alta qualità, sicuro, a un prezzo equo e alla portata di tutti.

"Il primo prodotto biologico introdotto da Carrefour risale al 1992. Ad oggi l'offerta bio costituisce una parte importante, con 430 referenze di prodotti della linea dedicata Carrefour Bio, che superano il 70% della quota totale del bio. Siamo inoltre al fianco di oltre 450 produttori nella conversione verso un modello di produzione biologica, con l’obiettivo di avere almeno il 15% dei prodotti freschi da agroecologia entro il 2025", ha affermato Rabatel. "A livello europeo, per il nuovo piano strategico 2023-2026 l'idea è di portare le vendite di prodotti sostenibili, certificati e biologici a 8 miliardi di euro".

"Il biologico in Italia è in calo in termini di volumi, e Carrefour Italia non fa eccezione. Approfittiamo dell'inflazione, come sul resto delle referenze, per avere una crescita in termine di valore. E' necessario lavorare tutti insieme per cercare di trovare un giusto equilibrio. A questo scopo, Carrefour Italia si impegna a rendere i prodotti bio più democratici e quindi accessibili a tutti, con referenze marchio e riducendo la differenza di prezzo fino al 30% tra prodotti biologici e convenzionali, al fine di abbattere le barriere finanziarie e promuovere una scelta consapevole".

Allo stesso tempo, l’azienda mira ad allargare il proprio assortimento dei prodotti Bio, valorizzando le eccellenze dei territori italiani, con il marchio Terre d’Italia, e promuovendo tecniche di produzione più sostenibili, con i marchi Filiera Qualità Carrefour e Carrefour Bio. L’evoluzione della Filiera Qualità Carrefour ha portato infatti all’introduzione anche di referenze biologiche, spesso appoggiandosi ai produttori di filiera che hanno convertito parte della loro produzione.

Per quanto concerne il mercato francese del bio, Rabatel ha sottolineato un andamento similare a quello italiano. "I volumi sono in forte calo. Dal 2020 la quota dei prodotti bio sta diminuendo: si è passati dall'8 al 4% del 2022".

Carrefour Italia primo player della Gdo italiana a diventare Società Benefit
A dimostrazione dell'impegno di Carrefour Italia a operare in modo responsabile e trasparente, a fine giugno scorso è diventata una Società Benefit. "E' una decisione strategica che conferma la nostra volontà di fare impresa focalizzandoci non solo sulla dimensione economica, ma creando allo stesso tempo ricadute positive e valore tangibile per l’ambiente e la società in cui siamo inseriti - ha dichiarato Rabatel - È un ulteriore passo nel nostro percorso per promuovere la 'transizione alimentare per tutti', favorendo un reale cambio di paradigma lungo tutta la filiera, per una produzione più sostenibile e un consumo più responsabile. Le urgenze che viviamo ci impongono di agire e passare definitivamente dalle parole ai fatti".

"Vogliamo lavorare ad esempio solo con fornitori che condividano i nostri valori. E' per questo che, se entro il 2026 tali fornitori non metteranno in atto tutte le misure necessarie a limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, non approvvigioneranno più i negozi Carrefour. E' la prima volta che un retailer prende una tale decisione netta e crediamo possa essere efficace per cambiare le cose".

Carrefour Italia si impegna a promuovere un ambiente di lavoro rispettoso, equo e sicuro, che consenta lo sviluppo personale e professionale dei collaboratori e la conciliazione vita-lavoro, e che favorisca l’inclusione e le pari opportunità. "A livello di parità salariale tra uomo e donna stiamo ancora lavorando: c'è una differenza attuale di circa il 5%".