Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Le richieste delle OP di Italia Ortofrutta alla politica

Risolvere una serie di criticità del settore ortofrutticolo mai affrontate in modo risolutivo finora

Ridare valore al prodotto ortofrutticolo, riequilibrare il potere negoziale lungo la filiera, attenzione alla qualità del lavoro e poi rinnovo varietale, internazionalizzazione e logistica: il documento che scaturirà dalla 54ma assemblea annuale di Italia Ortofrutta prenderà le mosse da quelle che le 140 OP socie considerano criticità irrisolte e sulle quali cercano un'interlocuzione forte con il governo in carica.

Un passaggio importante, nella costruzione di questo dialogo, c'è stato proprio ieri, mercoledì 17 maggio, quando il ministro Lollobrigida ha partecipato al convegno "Settore ortofrutticolo: competitività, prospettive e visione di futuro" organizzato da Italia Ortofrutta nel centro congressi di Roma che ospita l'appuntamento annuale di quella che è l'Unione Nazionale delle organizzazioni dei produttori del settore (OP, strutture societarie e imprenditoriali che aggregano produttori ortofrutticoli).

Le OP associate rappresentano il 45% di quelle riconosciute in Italia, per circa il 20% della produzione ortofrutticola nazionale e il 40% della produzione ortofrutticola organizzata, un volume annuo di circa 4 milioni di tonnellate di produzione che sviluppa un valore superiore a 2,3 miliardi di euro.

La stessa rimodulazione della scaletta, con il ministro che parla per primo e poi corre a una riunione interministeriale sull'alluvione in Emilia, testimonia il carattere di instabilità di una fase aperta dall'insorgere della pandemia e proseguita senza soluzione di continuità dagli effetti sull'energia, i prezzi e il reperimento di risorse provocati dall'invasione dell'Ucraina. "Un contesto economico caratterizzato da cambiamenti repentini che generano incertezza e destabilizzano gli equilibri e le dinamiche commerciali: cambiamenti climatici, nuove fitopatologie, assenza di strumenti di controllo, problema di reperimento di manodopera", per utilizzare le parole di Vincenzo Falconi, Direttore di Italia Ortofrutta. Se il contesto macroeconomico conserva molti elementi di incertezza, "i fattori di instabilità – sottolinea Falconi - hanno incrementato la consapevolezza dei consumatori sull'importanza del settore primario". La sicurezza e la sovranità alimentare non sono mai state così "pop" e gli addetti ai lavori provano a "cogliere l'attimo". Spiega infatti il direttore di Italia Ortofrutta che "l'aumento della reputazione, questo rating positivo, deve essere tradotto in spinta politica per risolvere una serie di criticità mai affrontate in modo risolutivo in questi anni per rilanciare il nostro settore". Un settore che, va ricordato, pesa per circa il 25% in valore sul complesso dell'agricoltura Italiana.

Falconi snocciola dati importanti per un'analisi precisa. La bilancia commerciale, ad esempio: nel 2022 l'import è cresciuto più dell'export anche a proposito di ortofrutta, dove il grado di internazionalizzazione rimane piuttosto basso e la maggior parte della produzione è destinata a soddisfare la domanda interna o di mercati vicini mentre il Paese soffre per le prestazioni più performanti di alcuni competitor, la Spagna su tutti. Per i nostri prodotti di punta – mele, kiwi, uva, arance, alcuni mercati restano lontani per colpa del mix tra deperibilità e canali di commercializzazione insoddisfacenti. Sul fronte interno, invece, la diminuzione del potere di acquisto ha un effetto di contrazione sulla capacità di spesa totale e sulla domanda di prodotti ortofrutticoli, le famiglie spendono di più (frutta + 3,3%; ortaggi +4,4%) ma consumando meno (8% di quantità in meno acquistate).

Un momento della relazione di Vincenzo Falconi

A preoccupare i soci di Italia Ortofrutta sono i nuovi approcci europei in particolare la riduzione del 62% dell'uso degli agrofarmaci - in assenza di alternative perseguibili e di studi di impatto - e il regolamento sull'utilizzo degli imballaggi che intende eliminare le plastiche per confezioni di prodotti ortofrutticoli inferiori ad 1,5 Kg. Se non si forniscono alternative, incremento dei costi, la concorrenza sleale e il dumping ambientale sono dietro l'angolo.

Incrociando dati della congiuntura economica e principali trend emergono dunque una diminuzione della competitività del comparto negli scambi commerciali e una contrazione dei consumi di ortofrutta, a fronte di un aumento della spesa dei consumatori dovuto però ad un aumento dei prezzi.

Sopra, la sala. Sotto: uno degli interventi

Gli interventi delle OP hanno chiesto di snellire le procedure amministrative e garantire uniformità nelle procedure tra tutte le Regioni (Francesca Nadalini, Op Sermide) e l'uniformità dei contributi previdenziali Inps per scongiurare una concorrenza sleale interna, ad esempio tra aziende di pianura e aziende di montagna (Paolo Boaretto, Op Rivoira). Ancora: la necessità della moratoria dei mutui e della reciprocità negli accordi commerciali in UE (il caso delle susine Spagna/Brasile). Fabio Ciaccia (Op Opoa Marsia) auspica tempi più congrui per favorire la transizione dall'uso di fitofarmaci mentre Antonio Fricano (Op Aposicilia) chiede di rilanciare il biologico attraverso campagne di promozione che ne enfatizzino l'impatto positivo sull'ambiente e attraverso dialogo con la GDO per limare le criticità. Infine sono stati aggiunti a un ordine del giorno già complesso, i temi delle pratiche commerciali sleali (Andrea Badursi, Op Assofruit Italia), del ruolo sociale delle Op sul tema della manodopera (Michele La Porta, Op Agritalia) e della sensibilizzazione dei giovani per arginare il crollo dei consumi (Giuseppe di Silvestro, Op Rossa di Sicilia).

Nei saluti finali, Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta, ha sottolineato che molte delle criticità di oggi sono da anni una costante nell'interlocuzione delle OP con i governi che si sono succeduti. Poi ha insistito sulla questione della logistica e la necessità di avere maggiore reciprocità negli scambi commerciali tra partner Ue concludendo con un accenno al PNRR – più volte evocato nel corso del convegno: il mondo agricolo ha presentato richieste per 13 miliardi di euro a fronte di appena un miliardo e 600 milioni di disponibilità. Dal punto di vista delle OP è il segnale di una voglia di investimento che va colto. Anche per Velardo, infine "è fondamentale riequilibrare il potere negoziale lungo la filiera e risolvere il problema della manodopera".

Il Ministro Lollobrigida insieme a Gennaro Velardo

Alcuni dei punti erano stati accennati dal ministro Lollobrigida, che ha confermato la centralità del settore agroalimentare nell'economia nazionale e la vicinanza del governo al comparto. Nel corso del suo intervento ha messo in evidenza le strategie messe in atto e programmate, nel medio-lungo periodo, per aumentare la competitività del comparto sul tema della manodopera, della innovazione, della logistica e dei rapporti tra i diversi attori della filiera.

Fonte: C.A. per FreshPlaza