Nonostante i tre anni che abbiamo alle spalle, con una pandemia da Covid-19 dichiarata definitivamente conclusa solo da pochi giorni, e un conflitto (quello russo-ucraino), che ha modificato gli equilibri internazionali, l'export nel nostro Paese cresce registrando numeri da record. Il settore agroalimentare è in testa, con un 2022 che ha sfiorato i 61 miliardi di euro, registrando una crescita del 14,8% rispetto al 2021 (vedi qui). L'ortofrutta rappresenta il 17% dell'export agroalimentare italiano, con un valore complessivo di 10,6 miliardi di euro e ben il 33% di export verso Paesi extra-comunitari. Siamo leader mondiali nell'esportazione di conserve di pomodoro, superando anche la Cina (vedi qui).
Una crescita notevole che non trova riscontro nei volumi, che registrano uno stallo rispetto all'anno precedente (-2% per l'intero settore agroalimentare, -0,4% per quello ortofrutticolo): complici gli stravolgimenti internazionali e un'inflazione crescente, i costi di produzione aumentano e così anche il prezzo di vendita, motivo per cui i volumi non registrano una crescita direttamente proporzionale a quella economica.
Il dato positivo è, però, quello che vede l'Italia mantenere alta la fama relativa alla qualità dei propri prodotti, che rimangono tra i più richiesti a livello internazionale, nonostante l'aumento dei prezzi. Ma il meccanismo generato dall'inflazione, soprattutto se i volumi di vendita non aumentano, rischia - a lungo andare - di erodere i margini, il che significa un minore guadagno per i produttori.
In uno scenario del genere, quello di un Paese che conta il 2,8% dell'import mondiale e il 2,6% dell'export (vedi qui), quante sono le aziende che tengono conto dei processi doganali e ne conoscono l'incidenza economica sul loro business? In un quadro come quello che abbiamo appena esposto, la compliance doganale, intesa quale sistematico e strutturato adempimento di comunicazione e cooperazione preventiva per la corretta applicazione delle disposizioni doganali e fiscali, rappresenta non solo un valore aggiunto per l'azienda, che avrà una via di comunicazione preferenziale con l'autorità doganale, ma anche un'occasione di maggiore competitività sui mercati esteri, grazie a reali possibilità di risparmio sull'intera supply chain e di crescita su mercati favorevoli.
L'importanza di una corretta compliance doganale
"La pianificazione doganale è una leva gestionale che può ridurre costi e tempi incidendo su tutte le funzioni aziendali tradizionali; la conoscenza degli strumenti doganali, la gestione del rischio mediante adeguati strumenti di audit contabile e operativo, l'utilizzo appropriato e consapevole degli strumenti di certezza giuridica e di semplificazione offerti dalla normativa Ue e nazionale consentono di ottimizzare i processi e di gestire al meglio le interazioni tra gli strumenti doganali e il ciclo aziendale", dichiarano Lucia Iannuzzi e Paolo Massari, consulenti doganali e co-fondatori delle società C-Trade e Overy.
Paolo Massari e Lucia Iannuzzi, co-fondatori delle società C-Trade e Overy
Nate rispettivamente nel 2015 e nel 2021 per colmare il gap (tutto italiano) di una consulenza doganale completa, che fosse affidata a un solo partner e non a tanti attori diversi (profilo legale, fiscale, spedizioniere ecc.), le due società hanno proprio l'obiettivo, attraverso un'attività coordinata tra consulenza e formazione per Overy e operatività e logistica per C-Trade, di portare la cultura doganale nelle aziende, trasformando la dogana da semplice problema da risolvere a vera e propria opportunità di risparmio e crescita, se considerata per tempo, in fase strategica.
L'ingresso della sede di C-Trade e Overy
Il futuro della dogana
Favorire la crescita economica dell'Italia, facilitando la circolazione delle merci negli scambi internazionali, è l'obiettivo dell'Agenzia delle Dogane e Monopoli.
La normativa comunitaria, nel corso dell'ultimo decennio, ha sensibilmente innovato le procedure legate al regime dell'esportazione: telematizzazione delle dichiarazioni doganali, dematerializzazione dei documenti, scambio elettronico dei dati tra gli uffici doganali e tra questi ultimi e gli operatori commerciali, semplificando le procedure per gli esportatori e per tutti coloro che operano nel variegato mondo della logistica (trasportatori, gestori di magazzini e depositi, consolidatori, deconsolidatori, etc.) e della dogana al servizio dell'export nazionale.
Semplificazione, telematizzazione, partnership: sono i tre concetti che caratterizzeranno la dogana del prossimo futuro.
La dematerializzazione delle dichiarazioni doganali semplifica i rapporti tra e con l'autorità doganale, la partnership dogana/operatori economici aiuta a gestire i flussi di merci in ingresso e in uscita secondo criteri più razionali e a tutela dei soggetti rispettosi delle regole del commercio internazionale.
Così semplice, all'apparenza, da determinare in numerose imprese la convinzione di poter gestire direttamente l'attività, internalizzando le procedure non più solo contabili e amministrative, bensì anche dichiarative. Ma quanti possono, in coscienza, affermare di conoscere il processo doganale?
Una conferenza svoltasi all'interno dei magazzini di C-Trade nella sede di Agrate Brianza
Cose da sapere prima di approdare su mercati esteri
Prima di esportare i propri prodotti, è necessario badare ad alcuni aspetti chiave per districarsi, in sicurezza e con profitto, nella complessa situazione odierna.
Innanzitutto, è necessario conoscere i mercati cui ci si vuole rivolgere e gli accordi che le dogane del Paese di produzione e quelli di arrivo hanno tra loro.
In molti Paesi UE e extra UE potrebbero essere previste accise sulla produzione e vendita di prodotti ortofrutticoli e/o delle implicazioni IVA specifiche, conoscerle può fare la differenza in termini di business development, non solo in senso strettamente connesso alle operazioni doganali e di export.
Una volta acquisite queste conoscenze di base, un lavoro di strategia e di pianificazione dei flussi di esportazione che li renda più fluidi ed ottimizzi tempi ed effort, riduca i rischi al minimo, aiuti a risparmiare sui costi e, di conseguenza, a rendere il prodotto più competitivo sul mercato estero, è fondamentale.
La consulenza doganale di C-Trade e Overy
Con una formazione aziendale customizzata, che analizza il caso specifico integrando pratica e teoria, dando così le fondamenta solide al team dedicato ai processi di import/export in azienda.
Oppure con una consulenza continuativa, permettendo così all'azienda di avere sempre al proprio fianco esperti continuamente aggiornati sullo stato dell'arte in grado di affiancare il team interno dedicato dalla pianificazione strategica, all'operatività fino all'individuazione di nuove opportunità di saving e di business.
"Parlare alle aziende non è semplice; non è sufficiente trasferire conoscenza, è essenziale comprendere le necessità e proporre certezze; questo è il significato ultimo dell'idea di trasformare la dogana in business e dare dignità aziendale ai processi doganali. Minimizzare costi e rischi imprenditoriali è una preoccupazione che mai, in precedenza, aveva sfiorato l'azione amministrativa doganale, ora parte attiva del ciclo commerciale internazionale e, quindi, attenta alle esigenze dei propri partner", concludono Iannuzzi e Massari.
E le aziende dimostrano di comprendere il valore aggiunto del nuovo concetto di consulenza doganale introdotto da C-Trade e Overy: da Denso Thermal Systems a l'Oreal, da Gruppo Marzotto a Technogym, da Zwilling Ballarini a EPTA spa e Sun Chemical Group spa - Eldor Corporation Spa, sono solo alcune delle aziende che hanno scelto i servizi di C-Trade e Overy, la cui crescita in termini di fatturato ( con un 2022 che si è chiuso a +30% rispetto all'anno precedente), conferma il trend favorevole.