Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Uva da tavola, intervista al ricercatore Vito Antonio Melillo

"Occorre produrre quel che vuole il consumatore, non quel che vogliamo noi"

La prossima edizione di Macfrut (3-5 maggio 2023) ospiterà il Salone del vivaismo e dell'innovazione varietale, che rappresenterà l'occasione per fare il punto sulla situazione a livello mondiale. A questo proposito, ospitiamo una serie di interviste con alcuni esperti della ricerca per le diverse specie frutticole. Dopo gli articoli dedicati alle innovazioni su fragolamelo e actinidia, ciliegio, parliamo oggi di uva da tavola con il ricercatore Vito Antonio Melillo.

FreshPlaza (FP): A che punto è la ricerca internazionale sull'innovazione varietale dell'uva da tavola?
Vito Antonio Melillo (VAM): L'innovazione varietale oggi è dettata principalmente da programmi privati di breeding internazionali, la maggior parte di origine californiana. Tuttavia, non mancano anche iniziative di miglioramento genetico in altre parti del mondo tra cui Spagna, Israele, Cile, Brasile, Sudafrica e la stessa Italia, con le iniziative di Grape & Grape Group, Nu.Va.U.T. e Italian Variety Club (IVC). Attualmente, i programmi di breeding oltre all'ottenimento di uve più performanti in fase di produzione e post-raccolta, sono orientati anche alla ricerca di nuovi sapori (fruttato, tropicale, esotico), assenza o riduzione di fisiopatie (browning, cracking, disseccamento), resistenza o tolleranza a piogge e malattie (in particolare oidio e peronospora) e aspetti salutistici (maggior contenuto di antiossidanti).

Foto d'archivio

FP: Rinnovamento varietale: cosa chiedono le imprese?
VAM: Le imprese necessitano di varietà caratterizzate da elevata e costante produttività, bassi costi di coltivazione, facile gestione del vigneto, acini e grappoli grandi e uniformi, resistenza ad avversità biotiche e abiotiche, maggior tenuta sulla pianta, minor fabbisogno di fitoregolatori e nessun problema di colorazione.

FP: E invece cosa chiede il mercato?
VAM: I mercati chiedono approvvigionamenti costanti di uva di qualità standard e uniforme, lunga "shelf-life", acini più solidi e croccanti, con forme e sapori nuovi in grado di fidelizzare i consumatori, che a loro volta richiedono uve in grado di soddisfare le loro aspettative di prezzo e che siano belle, sane, sicure e convenienti, con particolare attenzione agli aspetti etici, ambientali e salutistici.

FP: Quali sono le prospettive nel panorama varietale dell'uva da tavola?
VAM: Il settore dell'uva da tavola italiana sta vivendo una fase di cambiamento dettata dalla consapevolezza che, in un contesto internazionale in continua evoluzione, il cambio di passo è necessario e dovrà avvenire repentinamente. Il rinnovamento varietale in corso sta delineando il futuro del comparto: le uve apirene prenderanno il posto delle uve con semi. Sarà necessario puntare sulla qualità e impadronirci delle innovazioni agronomiche che queste uve richiedono perché i nostri principali competitors ci faranno concorrenza con le stesse varietà. In questo contesto, non dobbiamo dimenticarci che la varietà Italia rappresenta ancora una peculiarità del comparto nazionale, per l'elevata qualità che solo noi siamo in grado di produrre. Pertanto l'uva Italia, seppur con superfici di coltivazioni più ridotte, rimarrà una varietà di riferimento che sarà in grado sia di colmare alcuni vuoti di offerta di uve premium sui mercati, sia di soddisfare la domanda di amatori del prodotto, che merita di essere supportata con idonee strategie di marketing.

Oltre al ricambio varietale, è fondamentale che le parole chiave "aggregazione" e "programmazione" diventino finalmente realtà concrete, in un comparto estremamente frammentato in tutte le sue componenti. Tutti gli attori della filiera devono porre attenzione alle esigenze del consumatore, non si può pensare di produrre prescindendo dalle richieste dell'utente finale.

La viticoltura da tavola deve sostenere meno costi, essere più coesa e aprirsi la strada verso nuovi mercati in espansione, senza perdere posizioni verso le destinazioni storiche. Serviranno: dinamismo da parte degli imprenditori, adeguate attività promozionali, supporto istituzionale e sinergia tra ricerca pubblica e privata. Senza dimenticare un aspetto finora sottovalutato: la disponibilità e la divulgazione di dati e informazioni utili - con la creazione di un catasto varietale - per un'idonea e adeguata organizzazione e programmazione del comparto.

Il Salone del vivaismo e dell'innovazione varietale a Macfrut prevede cinque meeting dedicati all'attività di breeding per fragola, actinidia, uva da tavola, melo, ciliegio. Dopo una relazione introduttiva tenuta da esperti di fama internazionale, la parola verrà data a chi crea e diffonde innovazione. Le aziende interessate a presentare le proprie novità varietali possono prendere contatto con la segreteria organizzativa (riferimenti qui sotto).

Per maggiori informazioni
www.macfrut.com 
info@macfrut.com