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Rob Grabert, BioOrganic:

"Bisogna fare qualcosa, altrimenti i coltivatori biologici non saranno più disposti a rischiare"

Avendo fatto parte del mondo della pallavolo olandese, a livello internazionale, Rob Grabert è abituato a risolvere i problemi in modo trasparente. "Nello sport devi collaborare e risolvere i problemi, insieme".

Come proprietario della BioOrganic, Rob è consapevole dei problemi esistenti nella filiera del biologico, ma chiede maggiore trasparenza quando si tratta di risolverli. BioOrganic offre una gamma completa di frutta e verdura biologica dal 1999 e le carote provenienti da diverse aree di produzione europee, sia per il mercato del fresco che per l'industria, occupano un posto particolarmente importante.

La sua esperienza con i prodotti biologici, in diversi Paesi europei, fa sì che Rob si consideri una sorta di termometro del mercato. "L'intera catena del biologico è insolitamente interrotta. Alcuni anelli della filiera che influenzano il passaggio a una produzione ortofrutticola sostenibile, non partecipano. Evitano le discussioni e non si assumono le loro responsabilità", afferma Rob, riferendosi soprattutto a grandi operatori come gli acquirenti al dettaglio e industriali, che ritiene continuino ad aumentare i loro profitti dai prodotti biologici.

Le carote occupano un posto di rilievo nell'assortimento della BioOrganic

Modello di guadagno
"Si stanno realizzando enormi profitti", dice Rob, osservando che il gap tra i prezzi all'ingrosso e al consumo si sta ampliando. "C'è un divario sempre più crescente e non posso fare a meno di pensare che i prodotti biologici siano oggetto di una sempre maggiore speculazione. I reparti ortofrutticoli dei supermercati sono il vero business, a discapito dei coltivatori biologici che, da tempo, si sono assunti le loro responsabilità all’interno della filiera".

Anche gli attuali problemi economici non aiutano. Grabert ritiene che ciò crei una dipendenza ancora maggiore tra i coltivatori biologici. Inoltre, nei Paesi Bassi c'è troppa produzione di frutta e verdura biologica rispetto alla domanda. "La Germania è il più grande mercato, ma i tedeschi stanno coltivando sempre più prodotti locali. Pertanto, la finestra d’esportazione dei coltivatori biologici olandesi si sta accorciando, facendo aumentare la pressione del mercato, e c'è troppo prodotto biologico. La filiera del bio ne risentirà se non si raggiungerà un accordo su volumi e prezzi".

BioOrganic si chiede perché, se ci sono abbastanza cipolle bio a disposizione, non si opti per uno scaffale esclusivamente biologico.

Pressione sui prezzi
Rob afferma che i discount vendono sempre più prodotti biologici, soprattutto in Germania. "C'è una concorrenza molto forte. I fornitori delle catene vengono 'massacrati' per soddisfare la domanda dei discount", spiega Rob, aggiungendo che, stranamente, i margini più bassi richiesti dai discount portano a prezzi migliori per i coltivatori. "Anche se non fanno accordi precisi, i discount al momento pagano meglio. Ciò rafforza la loro attrattività, esercitando una pressione ancora maggiore sui prezzi dei supermercati tradizionali".

Queste interruzioni della catena sono frustranti per i coltivatori, secondo Rob. "In parte a causa dell'aumento dei costi di stoccaggio e dei cambiamenti climatici, i coltivatori biologici attualmente stanno correndo molti rischi". Devono sopportare la maggior parte di questi rischi da soli. Possono trasferire questi costi in aumento solo sporadicamente e non sono sicuri di quanto pagheranno gli acquirenti. "È difficile per i coltivatori pianificare la prossima stagione di coltivazione. Deve succedere qualcosa altrimenti i coltivatori decideranno di non correre più questi rischi. Gli agricoltori biologici devono sostenerne tutto il peso, e a chi vanno i profitti? Ai supermercati o all'industria di trasformazione".

BioOrganic, che oltre alla verdura biologica punta anche sulla frutta biologica, vede aumentare il distacco del coltivatore dai grandi operatori come la grande distribuzione o i trasformatori industriali

Collaborazione all’interno della catena
Rob ritiene che sia necessario intervenire e chiede una maggiore pressione attraverso strumenti come la legislazione e una migliore informazione ai consumatori. Ma fa notare che altri Paesi hanno una migliore cooperazione all’interno della catena che si traduce in un aumento delle vendite di prodotti biologici.

"Quando c'è abbondanza, ad esempio, di cipolle dorate, perché i rivenditori [olandesi] non eliminano quelle convenzionali dalla gamma, come fanno in Danimarca e in altri Paesi? Tali scelte, fatte molto più prontamente in altri Paesi, possono portare all'adozione dei relativi provvedimenti".

"Si passa poi alle percentuali di vendita di frutta e verdura con le quali i coltivatori biologici possono fare qualcosa. Il mercato deve adattarsi a fornire il più a lungo possibile prodotti locali, poi regionali, poi nazionali. Quindi, ad esempio, non dovrebbe essere venduta nessuna mela biologica dalla Nuova Zelanda quando ci sono ancora mele biologiche olandesi refrigerate". Questo può funzionare solo se tutti gli anelli della catena si assumono le proprie responsabilità, secondo Rob. "La transizione, nel suo insieme, è un'azione congiunta, dal consumatore al produttore, fino al supermercato".

Con la BioOrganic - che, fra le altre, ha le certificazioni Demeter e Naturland - Rob ha scelto sin da subito di fornire solo il maggior numero di prodotti locali e nazionali coltivati esclusivamente in Europa. "Quindi niente importazioni con navi inquinanti e tutti gli altri problemi legati all'importazione di prodotti da fuori Europa. Un mercato europeo per coltivatori e aziende europee, dove i consumatori dovrebbero essere incoraggiati a fare di più con prodotti di stagione, biologici e, per quanto possibile, locali e nazionali".

Tuttavia, Rob ritiene che l'attuale crisi presenti anche delle opportunità. "La frutta e la verdura biologica sono sempre più ampiamente disponibili presso i discount. Ciò potrebbe renderli disponibili a un pubblico più ampio, dal punto di vista dei prezzi. Potrebbero arrivare a consumatori che prima non acquistavano prodotti biologici", conclude Rob.

Per maggiori informazioni:
Bioorganic Holland B.V.
www.bioorganic.nl 

Bioorganic SpA
Rob Grabert
info@bioorganic.nl 
www.bioorganic.it