La cenere vulcanica, secondo quanto spiega uno studio del CNR appena pubblicato su JSFA Reports (vedi link in calce), è un fertilizzante inorganico multinutriente il cui meccanismo d'azione catalitico integra i metalli in traccia necessari agli enzimi batterici per fissare e rendere disponibili alle piante elementi chiave come l'azoto, il carbonio, il fosforo, lo zolfo e altri pure importanti. Ed è proprio il meccanismo catalitico a rendere possibile l'uso di quantità relativamente piccole di cenere vulcanica per fertilizzare grandi superfici di suolo.
Sopra, uno dei crateri dell'Etna
Dimostrati principalmente nel corso degli anni 2010 nella Kamchatka russa e in Indonesia, due aree del mondo che ospitano vulcani altamente attivi, questi risultati rimangono poco conosciuti. Ne abbiamo parlato con gli autori dello studio: un team coordinato da Mario Pagliaro al CNR che include un ex docente scolastico tedesco di origini siciliane, Giuseppe Tizza, che da anni si interessa alle proprietà fertilizzanti della cenere lavica.
In breve, la cenere vulcanica disponibile in sovrabbondanza può essere utilizzata come fertilizzante agricolo su larga scala. "Si tratta - spiegano i ricercatori - di una significativa opportunità di sviluppo socioeconomico e ambientale: sia per gli agricoltori, sia per le popolazioni che vivono vicino a vulcani attivi, che per quelle più remote dove la cenere lavica può essere facilmente trasportata utilizzato le stesse filiere logistiche che assicurano la distribuzione dei normali fertilizzanti chimici e organici".
L'Etna
Lo studio fornisce anche un quadro unificato che include un'analisi economica preliminare. Ancora oggi, in Sicilia, le eruzioni dell'Etna rappresentavano un grave costo economico per i territori raggiunti dalla ricaduta della cenere vulcanica. La cenere deve infatti essere rimossa dall'ambiente costruito, incluse le strade e le piazze. Il costo è talmente elevato che i Comuni non riescono a fronteggiarlo, ma hanno bisogno ogni volta dell'intervento della Regione, che spende molti milioni di euro per raccogliere e poi stoccare la cenere da strade, marciapiedi e piazze.
"Rendendo disponibile la cenere alle imprese agricole - chiarisce Pagliaro - la cenere vulcanica diventerà una preziosa risorsa capace di donare anche a colture lontane dall'Etna le formidabili proprietà delle colture che crescono nei terreni etnei".
Perché questo accada, però, la Regione Siciliana dovrà dotarsi di una legge regionale che disciplini il prelievo e l'uso della cenere lavica come fertilizzante inorganico. "Quando il Parlamento regionale lo vorrà - conclude Pagliaro, che è anche Accademico d'Europa, - spiegheremo in audizione come articolare questa legge regionale, a vantaggio dell'intero sistema produttivo agricolo della Sicilia e del resto d'Italia".
Per maggiori informazioni:
[email protected]
http://www.qualitas1998.net/pagliaro/jsf2.87.pdf
[email protected]