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Ci riuscirà?

Cibus apre all'ortofrutta e sfida le grandi manifestazioni europee

L'ortofrutta italiana approda a Cibus: a partire da "Cibus Connecting Italy" (Parma dal 29 al 30 marzo 2023), tutte le prossime edizioni avranno una sezione espositiva dedicata ai prodotti ortofrutticoli freschi. Sarà un'area dove saranno riuniti esclusivamente i produttori di frutta e verdura made in Italy, nel contesto di un format di internazionalizzazione del prodotto fresco italiano.

La nuova sezione di Cibus sarà organizzata da Fiere di Parma, in collaborazione con il Consorzio Edamus-Italian Fruit Village, e nasce dal desiderio delle aziende del settore di essere protagoniste nelle grandi fiere internazionali dell'agroalimentare e di promuovere sempre più l'export dell'ortofrutta.


(Foto: Ufficio Stampa Cibus)

"Il settore, da tempo, avvertiva la necessità di avere un suo spazio riconoscibile tra le eccellenze del food and beverage italiano, delle quali sta diventando spesso fattore abilitante, come dimostrano i prodotti DOP/IGP e di Filiera". Così Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma, rivolgendosi alla platea di operatori ortofrutticoli, durante la presentazione della nuova sezione di Cibus dedicata all'ortofrutta, tenutasi ieri, 20 settembre 2022, presso la Camera di Commercio di Salerno. 

"Quello che vorremmo fare, nei prossimi anni, è farvi parlare con la distribuzione, affinché la catena del valore dell'ortofrutta diventi sempre più ottimizzata, in un'ottica di category management. Finché voi non parlerete con i vostri clienti, non riuscirete mai a razionalizzare il flusso e la catena del valore della fornitura".

Un momento dell'intervento di Antonio Cellie (a destra, seduto), Ceo Fiere di Parma. A sinistra il moderatore dell'evento, Gioacchino Bonsignore (Tg5 Mediaset)

Senza peli sulla lingua sulle fiere di settore, Cellie ha dichiarato: "Prendiamo ad esempio Fruit Logistica: già nel nome stesso, si evidenzia il fattore logistico sul quale l'evento si focalizza, e che non è quello commerciale. I tedeschi, infatti, si sono sempre posti il problema di come far sì che i provider che forniscono la Gdo, riescano a fare un picking sufficientemente efficiente a garantire la fornitura nei supermercati. E' un problema più di natura logistica, che di prodotto".

"L'altra fiera che si svolge in Romagna confonde il prodotto con la meccanica, andando a insegnare ai nostri main competitor in Nord Africa a fare cose che dobbiamo continuare a fare solo noi. Cibus fa l'opposto: difende il 'castello' e accetta solo espositori italiani. Siamo diventati anche la prima fiera più importante per il canale del biologico, nonostante ce ne sia un'altra a Bologna, con una storia più lunga alle spalle. Questo perché per saponi e prosciutto, i buyer sono diversi".

Secondo Cellie, il segreto del successo di Cibus sta nel fare solo food e nel suo gruppo di lavoro, che affianca le aziende al fine di rendere più fluido possibile il rapporto tra industria e distribuzione. Nel caso dell'ortofrutta, tra settore primario e distribuzione.

"Siamo la fiera più grande al mondo del made in Italy, con 3.900 espositori. Siamo l'unica fiera senza debiti, con un patrimonio netto e una finanza disponibile di oltre 5 milioni di euro, con 9,5 milioni di EBIDTA ogni anno - ha sottolineato Cellie - Autofinanziandoci totalmente, abbiamo ripagato il rifacimento del quartiere fieristico, spendendo 110 milioni di euro, grazie anche a un progetto di fotovoltaico, realizzato in tempi non sospetti, che ci rende indifferenti all'aumento dei costi energetici, oltre che neutral-carbon. Produciamo 7,8 Megawatt di energia all'anno".

Questa visione a lungo termine è stata determinante nel ragionare con il Consorzio Edamus-Italian Fruit Village. "E' inevitabile che nell'efficientamento del sistema, l'intermediazione perda - ha spiegato Cellie - E oggi chi produce, deve parlare direttamente con chi distribuisce o con chi trasforma. Il nostro disco di vendita è semplice: chiederemo ai compratori della distribuzione di capire l'ortofrutta. Verrà loro presentato chi fa il prodotto, gli verrà spiegato come lo fa, come si utilizza, coadiuvandone la posizione a scaffale. Sappiamo cosa vogliono gli acquirenti internazionali e che alcuni mercati sono gestiti solo da piattaforme distributive, che hanno il ruolo di rifornire i retailer".

A questo punto, l'amministratore delegato di Fiere di Parma ha riferito di un bouquet di retailer europei molto cospicuo, che viene gestito direttamente. "Consapevoli di questo, vogliamo lavorare con voi, per migliorare e trovare degli ambienti di business matching con la distribuzione italiana, ma anche estera".

"L'Italian Fruit Village promuove, da anni, il prodotto fresco italiano in importanti eventi internazionali - ha dichiarato Emilio Ferrara, presidente del Consorzio Edamus - L'accordo raggiunto con Fiere di Parma segna un importante punto di svolta in Italia. Una scelta che premia i nostri sforzi, a favore di un comparto che vuole essere protagonista delle fiere alimentari internazionali dedicate al food made in Italy e non relegato in fiere settoriali locali. Siamo anche fieri che la presentazione di questa novità sia stata fatta a Salerno, un ulteriore segnale di inclusività e apertura da parte di Cibus, che riconosce al Sud Italia l'importante ruolo svolto nel settore agroalimentare".

Aspetto, quest'ultimo, sottolineato anche da Andrea Prete (presidente della Camera di Commercio di Salerno), Gennaro Velardo (presidente Italia Ortofrutta), Rosario Rago (Confagricoltura), Vito Busillo (presidente Coldiretti Salerno e presidente del Consorzio della rucola della Piana del Sele IGP) e Raffaele Amore (presidente regionale e componente della presidenza nazionale di Cia Agricoltori Italiani).