La produzione e il consumo di mirtilli continuano ad aumentare a livello globale, nonostante il clima sfavorevole in alcuni Paesi e l'aumento dei costi di produzione registrato in tutto il mondo (cfr. FreshPlaza del 27/06/2022). Forte è la richiesta, in particolare, di mirtillo gigante americano.
Considerata l'elevata richiesta del frutto, è evidente, da un punto di vista economico, l'esigenza di ottimizzarne la raccolta e la conservazione. Il mirtillo, infatti, presenta alcune difficoltà nella gestione della filiera post-raccolta, che portano con troppa frequenza a una scarsa qualità del prodotto che giunge al consumatore. Tra queste, la difficoltà nell'effettuare lo stacco al giusto grado di maturazione, che dovrebbe avvenire al completo viraggio della bacca, mentre può accadere che la zona di inserzione del peduncolo presenti ancora una colorazione rosata.
"La tendenza a una raccolta prematura del frutto determina partite di merce con colorazione non uniforme, con possibile retrogradazione durante il periodo di stoccaggio, dovuta a una diminuzione delle componenti bioattive quali antociani e polifenoli - sostiene la prof.ssa Giovanna Giacalone del Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari (Disafa) dell'Università degli studi di Torino - La presenza di muffe e lieviti, naturalmente presenti sulla superficie dei frutti, costituisce poi un'ulteriore causa del decadimento dei mirtilli durante lo stoccaggio".
Irradiazione mirtilli nell'UV Test Box (foto fornita da Giovanna Giacalone)
A fronte di quanto esposto, con l'obiettivo di risolvere le problematiche evidenziate, il Disafa, in collaborazione con Pro.Lux e Move2Web, aziende piemontesi specializzate nel campo delle lampade UV-C led, sta studiando un nuovo trattamento post-raccolta. In particolare, si sta valutando la possibilità di utilizzare radiazioni UV-B e UV-C per irradiare i mirtilli prima della frigoconservazione e stimolarne la produzione di componenti polifenoliche.
A seguito di un accordo di collaborazione con Disafa, Pro.Lux e Move2Web, si sono resi disponibili alla realizzazione di un UV Test Box (nella foto a lato, fornita da Giovanna Giacalone) prototipale finalizzato alla sperimentazione degli effetti dei raggi UV-B e UV-C su mirtillo gigante americano.
"L'obiettivo che si intende perseguire è di immettere sul mercato un prodotto visivamente uniforme, con qualità organolettiche superiori riscontrabili nel miglioramento delle caratteristiche nutraceutiche del frutto. Parallelamente, il trattamento con UV ridurrà la carica microbica, favorendo una migliore shelf life - spiega Giacalone - Grazie all'UV Test Box fornito da Pro.Lux, è stata avviata la sperimentazione al fine di delineare un metodo operativo applicabile alle linee di confezionamento dei piccoli frutti".
Come spiega a FreshPlaza la prof.ssa Giacalone, "il box è sperimentale e lo scopo non è quello di trattare molto prodotto alla volta, ma di verificare se il trattamento funziona e, in tal caso, trasferire la metodologia sulle linee di lavorazione del mirtillo. Ad ogni prova trattiamo circa 500 g di prodotto, che è posizionato direttamente sulla grata di cui il box è dotato".
UV Test Box (foto fornite da Giovanna Giacalone)
"L'irradiazione è solo dall'alto e quindi i mirtilli devono essere sistemati in modo da generare uno strato singolo, che è quello che succede anche nelle linee di lavorazione. In questo momento, la sperimentazione sta saggiando differenti potenze di irraggiamento e durate del trattamento. Si sta anche valutando quanto il prodotto trattato debba essere successivamente condizionato a temperatura ambiente, in modo da favorire l'innescarsi dei processi di sintesi dei polifenoli".
Irradiazione mirtilli nell'UV Test Box (foto fornita da Giovanna Giacalone)
"Promettenti risultati, in termini di aumento del contenuto in polifenoli e antociani totali, si sono avuti con trattamenti fra i 10 e i 25 minuti e con tempi di adattamento di circa 24 ore, ma stiamo valutando anche tempi inferiori. Abbiamo utilizzato una potenza di irraggiamento di circa 1800 µW/cm2 e dosi fra 600-3200 mJ/cm2 in relazione alla durata del trattamento", conclude Giacalone.
Per maggiori informazioni:
Giovanna Giacalone
DISAFA
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Fulvio Nepote
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