"La campagna carciofi, qui nella Piana del Sele, procede a pieno ritmo già da una decina di giorni - dice Angelo Maria Napoliello, cinaricoltore di Eboli (Salerno) - L'unica nota interessante di questa campagna sono i prezzi che, finora, si sono mantenuti alti, di almeno 20 centesimi in più a capolino. Mentre, sul fronte della richiesta, la situazione è questa: per la grande distribuzione è buona e procede in modo regolare, mentre per i mercati ortofrutticoli è altalenante".
"Ad oggi, le quotazioni più alte le spuntano i carciofi romaneschi rossi: siamo intorno a 80 centesimi / 1 euro a capolino; mentre con il romanesco classico (tipologia C3) i prezzi per carciofo si aggirano intorno ai 60 centesimi, e per il violetto si parla di 50 centesimi l'uno. Quest'anno, visti i rincari, saremo fortunati se recupereremo le spese. Il carciofo richiede elevati investimenti produttivi, più alti anche rispetto ad altre referenze; e quest'anno i costi di produzione sono aumentati del 30%".
Angelo Maria Napoliello ha in produzione 80 ettari di carciofi, di cui 50 di romanesco rosso e la restante parte suddivisa equamente tra C3 e violetto.
"Quest'anno avevamo fatto una programmazione colturale tale da poter cominciare a pieno regime già da novembre, ma poi lo scorso 29 novembre si è verificata una forte grandinata che ha ritardato la raccolta di un mese e mezzo. Poi, a gennaio, si sono verificate delle gelate che hanno solamente decolorato il capolino, senza danneggiarlo. Visto l'andamento climatico, finora la disponibilità di carciofi in Italia è stata davvero scarsa (solo alcune zone della Puglia e ora si è aggiunta la Sardegna, e la Campania) e questo ha giustificato i prezzi elevati".