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Il valore aggiunto della limonicoltura siciliana a marchio

Nella limonicoltura siciliana spiccano soprattutto due grandi areali produttivi, che sono entrati nel novero delle produzioni di alta qualità. Una è quella del Limone Interdonato di Messina Igp e l'altra quella del Limone Femminello di Siracusa Igp; a queste però bisogna aggiungere un'areale non meno nobile per qualità produttive, che è quello del Limone dell'Etna, anch'esso recentemente elevato a prodotto a marchio Igp.

Francesco Leotta

Abbiamo cercato di comprendere meglio gli aspetti del limone della fascia costiera Ionica, grazie a Francesco Leotta, titolare dell'omonima azienda agricola che è situata tra Giarre e Acireale per complessivi 9 ettari suddivisi in due distinti impianti agrumicoli o "giardini", come vengono definiti gli agrumeti in Sicilia.

"Coltiviamo la varietà Zagara Bianca in regime di agricoltura biologica da oltre 20 anni - dice Leotta - Si tratta di una varietà tipica della zona Ionica-etnea che qui trova la sua massima espressione, con frutti particolarmente ricchi di flavonoidi e oli essenziali, grazie alle condizioni pedoclimatiche indotte dalla vicinanza dell'Etna. Tant'è che coltiviamo su suolo lavico! La Zagara Bianca è un clone del Femminello che offre una discreta tolleranza al malsecco e genera tre fioriture l'anno, la più importante delle quali è senz'altro quella del verdello estivo da giugno a settembre; segue il primofiore da ottobre a febbraio e il bianchetto da marzo a maggio".

Per ottenere il verdello, i produttori hanno elaborato una tecnica particolare che, come ci racconta Leotta, "consiste nel privare la pianta di acqua per circa 4 settimane consecutive, inducendo uno stress idrico, e poi irrigarla copiosamente, risvegliandola".

"Questa pratica induce la fioritura del verdello, che fruttificherà l'anno successivo - spiega il produttore - ed è possibile applicarla solo grazie alla presenza del suolo vulcanico che non trattiene l'acqua e, pertanto, si presta a questa procedura agronomica".

I volumi dell'azienda agricola Francesco Leotta ammontano a circa 300 ton annue di prodotto fresco; un quantitativo confermato anche quest'anno "sebbene i calibri siano stati leggermente inferiori a causa dell'eccessivo caldo estivo che ha ritardato le raccolte di un mese circa, facendole iniziare a fine novembre".

"Oltre ai ritardi e ai calibri più piccoli - riferisce l'esperto - risentiamo del problema del malsecco. Tuttavia, grazie a potature mirate, riusciamo a gestire bene il problema, quantomeno mitigandone le proporzioni. I prezzi quest'anno sono in linea con quelli dell'anno scorso, attestandosi alla produzione su una media di 70 centesimi di euro al kg".

"I nostri mercati sono in parte quelli italiani, ma soprattutto quelli esteri, laddove cioè il prodotto bio di qualità - chiarisce Leotta, concludendo - viene apprezzato maggiormente dai consumatori. Mi riferisco a Polonia, Belgio Francia e altri. Per anni il nostro prodotto, stretto un po' tra i Consorzi di Siracusa e Messina, è stato sottovalutato, pur non avendo nulla da invidiare ad altri. Un po' la colpa è stata dell'abbandono dei limoneti, che adesso stiamo recuperando per soddisfare la sempre maggiore domanda, aiutando i produttori a lavorare insieme. Lo sforzo è proprio quello di incentivare l'aggregazione e fare fronte comune. La nostra azienda, infatti, è inserita nella Coop. Calabretta, a sua volta aderente a una rete d'imprese denominata Etnàs Terra dei Limoni, assieme ad altre 14 aziende, per un totale di 200 ettari, che confluiscono nel Distretto degli Agrumi di Sicilia".

Per maggiori informazioni:
Azienda Agricola Francesco Leotta
Giarre (CT) – Italy
+39 3389420074
leottacalabretta@gmail.com