Negli ultimi anni, il connubio agricoltura e fotovoltaico sembra sempre più reale e interessante, tanto che si è pensato di coniare un nuovo termine: l'agro-fotovoltaico, con il quale ci si riferisce al settore caratterizzato da un utilizzo "ibrido" dei terreni agricoli tra produzione agricola e produzione di energia elettrica, attraverso l'installazione, sullo stesso terreno coltivato, di impianti fotovoltaici.
L'Università degli Studi della Tuscia, precisamente il Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, coadiuvato da altri enti pubblici e privati, ha redatto e pubblicato delle linee guida sull'applicazione dell'agro-fotovoltaico in Italia, di cui si è parlato a lungo durante un evento tenutosi nell'Aula Magna della suddetta Università viterbese, che ha visto la partecipazione di diversi professori e ricercatori universitari, tecnici e società energetiche.
L'agro-fotovoltaico rappresenta un approccio strategico e innovativo per combinare la produzione di energia solare da fonte rinnovabile con quella agricola; un'innovazione capace, inoltre, di ottenere vantaggi sulla redditività aggiuntiva per le aziende coinvolte e sul tasso di occupazione locale.
Una delle principali differenze tra gli impianti tradizionali fotovoltaici e quelli agro-fotovoltaici è proprio la possibilità di coltivare in modo convenzionale al di sotto dei pannelli fotovoltaici. Essi, infatti, se posti a un'altezza di almeno 2 metri dal suolo, permettono di non perdere la possibilità di utilizzare il terreno per produrre determinate colture ortofrutticole.
Gli impianti tradizionali, sebbene possano essere ubicati su suoli marginali o abbandonati, comportano anche dei limiti, quando si installano su terreni produttivi, come ad esempio la perdita completa del reddito agricolo nei fondi utilizzati per la costruzione di impianti e la perdita della qualifica di terreno agricolo per il cambio di destinazione di uso che viene fatta sul terreno.
Da come si legge nel documento, non tutte le colture però si adattano all'agro-fotovoltaico, poiché l'installazione dei pannelli fotovoltaici su un terreno agricolo modifica le modalità di coltivazione sia per la riduzione della radiazione diretta a disposizione delle coltivazioni sia per le limitazioni al movimento delle macchine agricole, dovuto all'ingombro delle strutture di sostegno.
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