La stagione dell'uva da tavola siciliana termina di solito ai primi di dicembre, con sprazzi che arrivano anche a gennaio negli areali vocati ai raccolti tardivi. Quest'anno, invece, per la stragrande maggioranza dei produttori la campagna è praticamente finita, a causa alle intemperie di questi giorni, che stanno ancora una volta flagellando la Sicilia.
"L'uragano che si è abbattuto su Canicattì, in realtà è stato abbastanza circoscritto - ha detto Salvatore Lodico, presidente del consorzio di tutela uva di Canicattì Igp - e ha toccato solo un paio di contrade. Ha danneggiato 4/5 vigneti e scoperchiato qualche abitazione. I danni sono stati ingenti solo laddove l'uragano è passato direttamente, risparmiando invece le aree attorno. Tuttavia persistono piogge, nebbie e un conseguente tasso di umidità che sta rovinando i frutti sulla vigna un po' ovunque. Nella nostra azienda, per fortuna, si sono salvati un paio di vigneti che sono rimasti integri e ancora da raccogliere, circa 20 vagoni, di ottima qualità. Poi si continuerà comunque a lavorare con il prodotto che abbiamo conservato in cella".
E non è incoraggiante neanche la testimonianza di Dario Brucculeri, il produttore di Naro (AG) che per primo, oltre 20 anni fa, ha messo a punto la tecnica dell'insacchettamento dell'uva da tavola.
"Non siamo stati sfiorati dall'uragano - ha detto Brucculeri – ma l'umidità persistente ha rovinato tutti i vigneti della zona attorno. Diversa la storia per i grappoli da noi tradizionalmente insacchettati, che al momento stanno resistendo agli effetti delle nebbie. Qui nei dintorni la campagna, fatta le dovute eccezioni, è finita".
E se il maltempo si è concentrato maggiormente sul centro Sicilia, portando con sé i danni appena riferiti, neanche l'altro polo dell'uva da tavola siciliana Igp, Mazzarrone (CT), si è salvato dagli effetti di un clima devastante per la viticoltura.
"Umidità, piogge e nebbia, un mix micidiale, quello che si è verificato per i grappoli ancora sulla vite - ha detto Salvatore Consoli, produttore di Mazzarrone - Qui da noi, come praticamente ovunque, le raccolte sono terminate. Quel poco che c'è da raccogliere, il 20% circa, è di qualità medio bassa. Anche questa stagione si chiude in modo terribile".
I problemi sono iniziati con le ondate di caldo ad agosto, che in Sicilia ha toccato (e superato in alcuni casi) i 45 °C. Un caldo misto a venti, che hanno portato i vigneti a un tale livello di stress idrico che neppure le irrigazioni di emergenza, con pesante aggravio dei costi di produzione, hanno potuto lenire. Di conseguenza, si è avuto un prodotto poco performante. Poi, negli ultimi 10/15 giorni, si sono succedute forti precipitazioni, il medicane sulla Sicilia orientale del 29 ottobre scorso, ondate di caldo con quote di 27 °C e piogge persistenti immediatamente dopo, che hanno portato alla formazione di nebbie e finanche al verificarsi di un altro uragano che, come abbiamo visto, ha flagellato Canicattì. Insomma, la stagione 2021 è finita in un modo tale che difficilmente i produttori di uva da tavola siciliani potranno dimenticarla.