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Matteo Freddi presente all'Euronion in corso a Digione (Francia)

Comparto cipolle: in Italia si sente la mancanza di un coordinamento interprofessionale

"In Italia manca una organizzazione interprofessionale che regoli e coordini la produzione e l'offerta. Qui all'Euronion si tocca con mano l'organizzazione degli altri Paesi". Lo afferma Matteo Freddi, produttore e commerciante di cipolle presente in questi giorni a Digione (Francia) all'Euronion il congresso internazionale per specialisti della cipolla. 

Inaugurazione di Euronion 2021 (foto gentilmente fornita da M.F.)

"Il prodotto italiano - spiega Freddi, che abbiamo raggiunto ieri 4 novembre telefonicamente - è valido, ma poco organizzato. Si stima che la produzione nazionale sia attorno a 420mila tonnellate, di cui circa 12mila esportate. Per fare un confronto, la Spagna esporta circa 150mila tonnellate. I Paesi Bassi hanno un potenziale di 1,150 milioni di cipolle da destinare a tutto il mondo. E' chiaro che, di fronte a certi numeri, occorre riflettere e ragionare su qualcosa di diverso".

Matteo Freddi

All'Euronion sono presenti esperti dai principali paesi produttori europei, ma anche mondiali come Stati Uniti e India. E anche se le realtà sono molto diverse fra loro, vi sono problemi simili per quasi tutte le nazioni.

"In primo luogo - continua Freddi - i cambiamenti climatici stanno mettendo in crisi i produttori in tutto il mondo, ma non meno importante è la carenza di molecole valide per il post raccolta, in quanto o già abolite o in via di dismissione quasi ovunque. Va sottolineato che, in Italia, abbiamo dei costi di produzione e stoccaggio nettamente superiori a quelli del resto d'Europa, e ciò limita il nostro export". 

"Al di là di nazioni storicamente al primo posto come i Paesi Bassi - aggiunge Freddi - tutti hanno sottolineato la grande crescita della Spagna, che ha convertito altre produzioni in cipolle e che sta esportando il 90% di quanto produce. Ma anche la Germania, tradizionale produttore per il proprio mercato interno con circa 700mila tonnellate annue, da qualche tempo esporta qualcosa, specie in Italia".

Cosa fare dunque? Per Freddi "l'Italia deve prima di tutto organizzarsi meglio e poi trovare una via alternativa. La strada dei grandi numeri non è percorribile, perché non siamo competitivi, occorre quindi concentrarsi sui prodotti particolari, per cui serve investire in ricerca e innovazione. Anche il biologico potrebbe essere una strada, ma senza dimenticare che nel nord d'Europa ci sono nazioni - come Danimarca, Paesi Bassi e Germania - che sono ben organizzate anche su questo fronte".

Per maggiori informazioni:
Freddi Prodotti Ortofrutticoli S.n.c.
Via Lama, 41
Calerno di S. Ilario d'Enza (RE)
+39 0522 679831
commerciale@cipollefreddi.it
www.cipollefreddi.it