Non è facile valutare l'attuale situazione del kiwi verde, sul mercato italiano. La mancanza di prodotto, già prevista e in via di conferma, sta facendo lievitare i prezzi in campagna, ma Maurizio Flippi di Commercio Frutta (Forlì) mette in guardia di fronte a rialzi eccessivi.
"Non dobbiamo correre il rischio di alzare troppo il tiro - dice Filippi - anche se tutti, ovviamente, vorremmo ottenere il massimo, specie in annate in cui il prodotto è carente. Ma dobbiamo fare i conti con il mercato e quello del kiwi, come noto, è molto, estremamente complesso".
Maurizio Filippi
Nei canali della vendita al dettaglio e all'ingrosso è presente ancora kiwi cileno e quello della Nuova Zelanda lo sarà ancora per oltre un mese. Fra l'altro, quello neozelandese di un noto marchio, molto spesso ha siglato in partenza accordi strategici con le imprese, per cui deve essere mantenuto in vendita. L'altro aspetto del quadro concorrenziale è dato dal prodotto greco, che ha un costo di base inferiore a quello italiano.
"Se mettiamo in fila tutti gli addendi - precisa Filippi - comprendiamo come non si possano sparare in campo certe cifre, non perché ci si debba scontrare con la produzione, ma perché se siamo fuori mercato poi il nostro kiwi non lo acquista nessuno. In altre parole, serve una misura corretta nel posizionare l'asticella al rialzo. E' giusto remunerare di più il prodotto italiano, ma senza perdere di vista il fattore limitante dato dalla concorrenza greca. In cima alla piramide, invece, abbiamo un prodotto a marchio che viaggia per conto proprio".
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