Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
La Unió de Llauradors

I supermercati europei acquistano meno Navelina spagnole e a prezzi più bassi

L'organizzazione spagnola Unió de Llauradors riferisce che le grandi catene di distribuzione che operano sui mercati europei "stanno attualmente acquistando volumi decisamente inferiori di arance Navelina, rispetto allo scorso anno, e anche a un prezzo molto più basso del solito".

"In questo momento, i prezzi all'origine sono in media di 0,15 euro/kg: una cifra ridicola, disastrosa per i produttori e addirittura inferiore ai costi di produzione. Nello stesso periodo dell'anno scorso, le quotazioni erano circa il doppio. Visto l'aumento dei costi di elettricità, fertilizzanti o carburante, la campagna della più importante varietà di arance della Regione valenciana potrebbe rivelarsi disastrosa, se non si invertirà la rotta".

"Gran parte della responsabilità di questa situazione potrebbe essere attribuita alle massicce importazioni di arance da Paesi terzi, negli ultimi mesi soprattutto dal Sudafrica. Le grandi catene di distribuzione e gli importatori europei hanno accumulato arance dal Sudafrica e le hanno immagazzinate, lasciando le nostre senza sbocco commerciale", ha dichiarato l'organizzazione.

L'attuale accordo commerciale dell'Ue con il Sudafrica, in vigore da giugno 2016 e da rivedere quest'anno, consente alle arance sudafricane di avere accesso ai mercati europei dal 1 giugno al 30 novembre (prima era fino al 15 ottobre), con una progressiva riduzione dei dazi d’ingresso, che nel 2025 scompariranno definitivamente.

"L'impatto sul settore agrumicolo valenciano, spagnolo ed europeo dell'applicazione di questo punto specifico dell'accordo ha portato conseguenze molto negative, sia dal punto di vista economico che fitosanitario. Queste sono state ampiamente e giustamente denunciate nelle sette relazioni tecniche de La Unió consegnate a Bruxelles, e che sono alla base delle motivazioni per una revisione del suddetto accordo".

Secondo La Unió, questa estensione del periodo d’importazione comporta "la possibilità dell'ingresso di volumi elevati di agrumi nell’ultimo periodo, con conseguente presenza sui mercati di arance sudafricane fino a dopo Natale, con un chiaro impatto diretto sulle produzioni europee".

La Unió sottolinea che questo accordo è già in fase di revisione e che ora è il momento di introdurre cambiamenti, come ridurre nuovamente il periodo di importazione, poiché è stato dimostrato che esiste una chiara sovrapposizione che incide negativamente sui prezzi degli agrumi europei. Inoltre, La Unió chiede anche il ripristino dei dazi sulle importazioni dal 15 ottobre.

L'organizzazione ritiene necessario condurre un'analisi approfondita circa l'impatto commerciale degli accordi, nonché delle conseguenze fitosanitarie per il settore agrumicolo europeo.

Per maggiori informazioni: 
La Unió de Llauradors
launio@launio.org
www.launio.org

Data di pubblicazione: