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Preoccupazione per le aziende agricole

Carenza manodopera: lavoratori stranieri vaccinati ma senza green pass validi

La carenza di manodopera in agricoltura è una problematica che, specie negli ultimi anni, sembra essersi intensificata. Ora, però, con l'emergenza pandemica, risulta ancora più difficile reperire il giusto numero di lavoratori stagionali, dapprima per le difficoltà per questi soggetti di passare le frontiere, poi per l'obbligo di green pass sui luoghi di lavoro.

Se da una parte ci sono molti braccianti ancora sprovvisti della certificazione verde, dall'altra abbiamo anche chi il green pass ce l'ha, ma non può esibirlo perché gli è stato somministrato un vaccino non riconosciuto dall'Agenzia europea del farmaco (EMA), come ad esempio il cinese Sinopharm Verocell.

Nei campi, sono diversi i lavoratori stranieri che non hanno una certificazione valida, perché rilasciata dal loro Paese d'origine, e che, pur di lavorare, sono disposti a immunizzarsi nuovamente con vaccini approvati dall'Unione Europea. La situazione preoccupa tutte quelle aziende agricole che, grazie alla manodopera straniera, riescono in parte a risolvere la carenza di personale impegnato nella raccolta di frutta e verdura. C'è preoccupazione per la campagna degli agrumi, degli ortaggi invernali e, a breve, anche per quella delle fragole.

"Non possiamo lavorare in queste condizioni - così ci riferisce un agricoltore di Taranto - Non è corretto sia per noi imprenditori sia per i lavoratori stranieri, che con grande senso del dovere si sono comunque sottoposti alla vaccinazione, malgrado poi venga detto loro che la loro iniezione non è servita a niente e che, se vogliono lavorare, devono farsene un'altra (valida). Abbiamo già grosse difficoltà a reperire manodopera e il green pass non fa che peggiore le cose. Sarebbe auspicabile che anche i braccianti, così come è stato fatto per gli autotrasportatori provenienti dall'estero (Circolare prot. 37420 del 14.10.2021), vegano esonerati dall'obbligo del certificato verde, o quantomeno che ciò sia possibile per quei lavoratori vaccinati con dosi non riconosciute".