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Uva da tavola: scendono i consumi in Italia e in Europa

Dalla settimana prima di Ferragosto, le richieste di uva da tavola sembrano essere diminuite. "La riduzione - spiega l'imprenditore Donato Fanelli - riguarda sia le uve con semi sia quelle senza semi. I consumi si sono arenati non solo sul mercato interno, ma soprattutto presso diversi clienti europei. Ed è proprio la Germania il paese che fa registrare la flessione più eclatante, seguita da Gran Bretagna, Belgio e Paesi Bassi. Gli ordinativi, in questi mercati, sono scesi anche del 15-20%, in un momento in cui la produzione italiana è aumentata del 30% rispetto agli inizi di agosto".

"Un calo fisiologico, tipico e atteso tutti gli anni, ma che non si era mai verificato per le varietà seedless, tanto ambite e apprezzate da buyer e consumatori. Solitamente, in questo periodo, le forniture tendono a ridursi, poiché agosto è il classico periodo delle vacanze estive e, pertanto, le difficoltà nella vendita di alcune referenze ortofrutticole, come ad esempio le uve, non mancano. Stiamo subendo, poi, una concorrenza molto aggressiva da parte della Spagna, che quest'anno conta maggiori ettari in produzione di uve senza semi".

"L'attuale situazione commerciale - conclude Fanelli - ci deve far meglio riflettere sullo sviluppo delle uve senza semi. Queste varietà, infatti, sembrano essere proposte e trattate come le uve tradizionali, con un approccio basato solo ed esclusivamente sul prezzo. A cosa serve, allora, investire tempo e risorse su innovazione varietale e di processo, se poi i risultati remunerativi sono identici a quelli delle cultivar tradizionali?"