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Angurie e meloni: dopo un giugno positivo, un luglio difficile

Un grossista di una struttura del nord est d'Italia fa il punto sull'andamento commerciale di angurie e meloni negli ultimi due mesi. "Non riesco a capire come, dopo un mese di giugno tutto sommato positivo, possa esserci stato un tracollo così generalizzato nel mese di luglio. Oggi 28 luglio (ieri, ndr) abbiamo venduto bins di ottime angurie a 8 centesimi/kg, altrimenti sarebbero rimaste invendute e domani mi arrivano altre decine di quintali di prodotto. Ma così si lavora sottocosto".

I primi a rimetterci sono i produttori, che non riescono a ottenere neppure i soldi per le spese. Ma è tutta la filiera a rimetterci. E se si prova a chiedere quale sia la causa di un tale tracollo, l'operatore apre le braccia sconsolato: "Non lo so, anche perché il mese di luglio è stato molto caldo e i consumi sarebbero dovuti decollare. Invece pare di no, e anche l'export ha faticato". 

Situazione leggermente migliore per il segmento mini angurie club

E' leggermente migliore la situazione delle mini-angurie brandizzate, che spuntano un prezzo più consono ai costi di produzione. "Le midi e le mini angurie stanno ottenendo un successo sempre maggiore. E infatti sia i supermercati, sia i negozi di vicinato tendono sempre più a vendere le grosse angurie tagliate a spicchi (cfr. FreshPlaza del 12/07/2021), in modo da facilitare l'acquisto. Un tempo, una famiglia faceva pranzo o cena con un'anguria, oggi è al massimo un assaggio a fine pasto o, nel migliore dei casi, una merenda".

Anche i meloni hanno avuto un mercato sulla falsariga dell'anguria. "Forse è stato piantato troppo liscio - conclude - rispetto alle attuali potenzialità di acquisto. Ma anche in questo caso giugno non era andato male, mentre in luglio la situazione è andata peggiorando".