La Grande Bellezza Italiana (LGBI) si dà alla cipolla. La Bianca Igp di Margherita, per l'esattezza, confezionata in cartone per i bulbi più grossi e in sacchi da 750 grammi per i calibri medi.
"La Cipolla Bianca Igp di Margherita - afferma il coordinatore Leonardo Odorizzi - è coltivata nei terreni sabbiosi di Margherita di Savoia, in Puglia. Ha una forma perfetta, in quanto il terreno sabbioso non oppone alcuna resistenza alla crescita dei bulbi. E' molto apprezzata per il gusto dolce e viene consumata anche cruda".
La Cipolla Bianca di Margherita è posizionata sui banchi di alcune catene italiane e La Grande Bellezza Italiana ha segnato un aumento delle vendite rispetto allo stesso prodotto, ma non identificato dalla marca.
"Disponibile da maggio a settembre - continua Odorizzi - consegniamo il nostro prodotto su tutto il territorio italiano, grazie alla nostra organizzazione che può contare su 17 magazzini dislocati tra Puglia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte".
A differenza di alcuni prodotti molto famosi dell'agroalimentare Italiano e del mondo dei vini, per molti consumatori gli acronomi Igp o Dop non rappresentano nulla di importante, nel reparto ortofrutticolo.
"La firma con la marca de LGBI ci sta dando molte soddisfazioni: il consumatore riconosce un prodotto di alta qualità, la cui filiera è garantita dai consorzi di Tutela. Un connubio vincente tra marca e origine del prodotto, che a breve ci porterà ad allargare il paniere dei prodotti Igp, collocando la nostra organizzazione tra i primi attori nel commercio di ortofrutticoli italiani protetti".
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Conclude Odorizzi: "Grazie al lavoro e alla specializzazione dei nostri produttori, il riconoscimento territoriale ci permette di valorizzare al meglio le produzioni italiane, uscendo dalla logica del prezzo il cui confronto con altri paesi europei sarebbe assai arduo".
Nata nel 2018 su iniziativa di 6 aziende storiche della produzione ortofrutticola nazionale, La Grande Bellezza Italiana valorizza il meglio dei prodotti coltivati in Italia.
Dopo le clementine, l'uva da tavola, le mele di Cuneo, il radicchio di Verona, e ora la Cipolla di Margherita, prosegue la "missione" affinché i produttori si avvicinino sempre più all'identificazione prevista dal Regolamento Europeo.
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