Il rafforzamento delle misure sanitarie in Francia ha complicato le procedure di richiesta dei visti per i lavoratori non europei. Una difficoltà alla quale i produttori devono adattarsi nella loro ricerca di manodopera.
Con i lockdown e la chiusura dei negozi, il 2020 è stato molto problematico per i produttori, per non parlare della quasi chiusura delle frontiere, che complica l'arrivo dei lavoratori stagionali stranieri.
Ad aprile, i lavoratori stagionali sono stimabili in un numero compreso tra 40.000 e 50.000 dipendenti, per arrivare fino a 100.000 a partire da maggio. La manodopera locale non è sufficiente per le operazioni agricole, così i produttori si affidano a lavoratori provenienti dall'estero, soprattutto dal Nord Africa. Una manodopera che è essenziale per gli agricoltori, ma che ha un costo, dato che si devono pagare i biglietti aerei e le tasse d'iscrizione (da 400 a 500 euro per dipendente).
Quest'anno, però, le domande presentate alla Direzione regionale delle imprese, della concorrenza, dei consumi, del lavoro e dell'occupazione (Direccte) per l'assunzione di lavoratori stagionali non hanno ancora avuto successo.
I produttori del dipartimento di Vaucluse sono riusciti a trovare un accordo con il dipartimento di Bocche del Rodano per ottenere una deroga per i lavoratori marocchini e tunisini. "La procedura è lunga, c'è un ritardo di circa un mese alla prefettura. Una volta convalidato il dossier, noleggiamo un aereo per un volo fino a Marsiglia, poi un autobus fino ad Avignone. In questo modo, da dicembre abbiamo portato 800 lavoratori stagionali", spiega Sophie Vache, presidente della FDSEA di Vaucluse.
Fonte: ouest-france.fr
Foto: Philippe Huguen / AFP