La sostenibilità è un tema che, da moda, è diventato fondamentale, forte anche dalla spinta emozionale causata dal Covid-19. Il consumatore medio, anche se non sempre lo ammette, comincia a guardare con più concretezza al rispetto ambientale e alla filiera che porta il cibo nella sua borsa della spesa.
"Posto quindi che sostenibilità è un must - scrive Claudio Dall'Agata direttore di Bestack - oggi più che mai il punto è come interpretarla per farsi trovare pronti nelle condizioni di mare competitivo che ci attendono tra qualche tempo. Quindi occorre capire quali e dove sono le colonne d'Ercole che sarà strategico superare e comprendere le condizioni future di navigazione e da cosa esse sono determinate".
Di sostenibilità ormai parlano tutti, pure i media generalisti che, per propria natura, affrontano tutto e in genere superficialmente.
Personalmente mi fa riflettere - aggiunge il direttore - e al contempo mi ispira, sentir parlare i media generalisti della necessità di "individuare metriche e standard condivisi per misurare la sostenibilità" nei processi produttivi per il loro costante miglioramento, così come dell'esigenza di disporre, in un futuro prossimo, della "dichiarazione, oltre che del consumo, delle fonti energetiche" per realizzare i prodotti di uso quotidiano che acquistiamo. A maggior ragione se chi parla è, nel suo dataroom settimanale, Milena Gabanelli, la giornalista d'inchiesta per definizione in Italia; ancor più se lo fa durante un TG serale di fronte a 1,5 milioni di telespettatori, in una finestra di ben 7 minuti". "E' trascurabile o dobbiamo stupirci?" si chiede Dall'Agata.
Nel campo dell'alimentazione, il consumo di ortofrutta diventerà sempre più consapevole. "A tal proposito, vi sono altri due fattori da tenere in considerazione. Il primo: il salutismo e il mantenimento della linea al giorno d'oggi sono certamente tra i temi più sentiti dai consumatori. Il secondo: quanta cultura c'è sul merito e cioè quanto è diffusa la capacità di comprendere un dato calorico e le sue conseguenze".
Ciò riguarda anche il settore imballaggi. L'indicazione del materiale per una corretta raccolta differenziata da stampare sulle confezioni previste dal decreto 116 del settembre 2020, dopo il posticipo, diventerà obbligo per gli imballaggi primari al 31/12/2021, anche se oggi i più attenti usano già queste informazioni perché lo vuole il consumatore. Poi, a breve, sarà il turno dell'applicazione al largo consumo della PEF (l'impronta ambientale dei prodotti - Product Environmental Footprint) definita in sede europea già per alcuni prodotti.
"La PEF - conclude Dall'Agata - nasce dall'idea che le imprese che vantano le caratteristiche ecologiche dei loro prodotti dovrebbero essere in grado di dimostrarle sulla base di una metodologia standard che ne valuti l'impatto sull'ambiente attraverso una codifica uniforme e riconosciuta".
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