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Il resoconto dal convegno online del 15 dicembre

Innovazioni in vista nel settore agrumicolo

"Il trasferimento tecnologico nel settore agrumicolo: innovazioni e strumenti del CREA per le imprese" è stato il tema di un workshop online organizzato dall'Ufficio Trasferimento tecnologico del CREA e dal Centro di ricerca CREA-olivicoltura frutticoltura e agrumicoltura, svoltosi lo scorso 15 dicembre 2020, allo scopo di fare il punto sulle innovazioni varietali in agrumicoltura, sull'esperienza e interesse verso le accessioni varietali rese disponibili dal CREA e sugli strumenti di trasferimento tecnologico messi a disposizione dall'Ente di ricerca, e che facilitano l'accesso a tali innovazioni.

Dopo i saluti iniziali, il direttore del Centro di Acireale, Paolo Rapisarda ha introdotto al programma Fast Track (corsia preferenziale) rivolto alle OP del settore agrumicolo, al fine di eseguire una valutazione congiunta delle cv rilasciate dal CREA.

Paolo Rapisarda

"In questo percorso, abbiamo voluto avvantaggiare le imprese del territorio - ha detto Rapisarda - ma abbiamo anche forti richieste dall'estero, che siamo pronti a valutare. Nel percorso collaboriamo con l'Ufficio trasferimento tecnologico del CREA, che ci aiuta ad approcciare gli stakeholder".

A seguire Marco Caruso, ricercatore del CREA, ha illustrato i dettagli del programma Fast Track, al quale aderiscono 8 OP tra Sicilia, Campania, Puglia, e Calabria, cui presto se ne aggiungeranno tre (di Sicilia e Sardegna) che di recente hanno manifestato l'interesse ad aderire.

"Dal momento che, dagli anni Duemila circa, è impossibile svolgere l'attività di sperimentazione in campo su larga scala con finanziamenti esclusivamente pubblici - ha spiegato Caruso - abbiamo iniziato a coinvolgere direttamente le imprese, con la stipula di un contratto di valutazione congiunta, ovvero per la validazione della performance agronomica di nuove varietà in diversi ambienti. Il vantaggio di Fast Track, per le imprese, è quello di avere nuove varietà da testare e, successivamente, la possibilità di essere i primi a poter costituire impianti commerciali, oltre a facilitazioni sulle future royalties".

Successivamente, Caruso ha illustrato alcune varietà interessanti tra cui: un mandarino simile pigmentato tardivo denominato Red Sunset; e CREA 1 e CREA 2, due varietà di tarocco che offrono spunti commerciali rilevanti. Altresì di rilievo le varietà di arancia Ionio, Galatea e alcune selezioni di Moro. Importante lo sviluppo delle nuove selezioni, con diversi portinnesti per mitigare il virus CTV.

"Oltre al fast track, il CREA ha stipulato contratti di ricerca con alcuni tra i principali operatori del settore agrumicolo. L'esperienza di "Sviluppo Congiunto", attraverso cui il CREA-OFA di Acireale ottiene nuove selezioni, vede la collaborazione di soggetti imprenditoriali come OP Rosaria, Oranfrizer e l'OP Esperidio. Di recente, il CREA ha stipulato un ulteriore accordo con l'OP Armonia per la costituzione di nuove varietà e per il risanamento di selezioni da virus e viroidi". Nel corso del suo intervento, il ricercatore ha avvertito sui problemi che causerà, nel futuro, la maculatura bruna causata da Alternaria alternata, fitopatologia che crea danni sempre più ingenti in alcuni mandarino-simili.

Non meno interessante l'intervento di Corrado Lamoglie il quale, oltre ad aver fatto da moderatore, ha parlato dei compiti dell'Ufficio Trasferimento tecnologico del CREA. "Il trasferimento tecnologico - ha detto Lamoglie - è quel processo attraverso cui il bagaglio e le conoscenze del CREA, ma anche di altri soggetti ed enti di ricerca, vengono resi accessibili agli utenti cui sono destinati. Annoveriamo 198 novità vegetali, 500 varietà iscritte nel registro delle novità varietali, 63 brevetti, 700 voci di banca dati, 70 collezioni di germoplasma e molto altro ancora. Informazioni che conserviamo, perché possano essere accessibili".

"Per questo motivo - ha rivelato Lamoglie - è stato creato un nuovo sito web e un indirizzo email che mettiamo a disposizione di quanti vorranno usufruire della nostra attività di ricerca, che può essere collaborativa o commissionata. Offriamo la possibilità di accordi e licenze di valutazione e sperimentazione, oltre che accordi per il trasferimento di know how. Attualmente sono 297 in contratti in corso e 150 le imprese con cui operiamo, di cui il 20% è costituito da imprese estere".

Corrado Lamoglie

Ha aperto il talk Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, la quale si è complimentata per l'apertura del mondo della ricerca verso le imprese e si è detta "disponibile a una collaborazione fattiva col CREA". "Purtroppo - ha registrato Argentati - le OP che manifestano interesse nei confronti dei progetti del CREA sono ancora poche. Se sul piano commerciale le imprese sono ancora individualiste, la ricerca potrebbe fungere, in un futuro prossimo, da comune denominatore". Poi ha sollevato la necessità che la ricerca del CREA rimanga patrimonio nazionale perché "sulla ricerca varietale si gioca una partita internazionale importante che, nel rispetto del libero mercato, deve guardare all'imprenditoria italiana".

A risponderle è stato lo stesso direttore Rapisarda, il quale ha ribadito come "la ricerca nasce sul territorio per le imprese italiane, dove gli interlocutori sono le OP perché riconosciute dall'UE come soggetti per sviluppare ricerca scientifica, per cui vengono finanziate appositamente". "Siamo i primi al mondo, ad esempio, a offrire al comparto agrumicolo un mandarino simile pigmentato - ha specificato il direttore - anche se a breve non saremo i soli. Siamo in vantaggio, ma dobbiamo essere supportati dalle imprese italiane se vogliamo che i risultati restino in patria. Altrimenti, dovremo dare seguito alle molte richieste che riceviamo dal Sudafrica, dall'Estremo Oriente, dal Sud America ma anche dalla vicina Spagna, che è il nostro competitor maggiore".

Per Oranfrizer, è intervenuto il manager Salvo Laudani, ponendo l'accento sull'indissolubilità tra ricerca e impresa. "I Paesi che in ortofrutticoltura fino a ieri sembravano stare un po' indietro rispetto a noi - ha detto l'esperto - stanno recuperando grandemente il gap, proprio sui temi dell'innovazione. Al centro del comparto per i prossimi tempi verteranno temi come: Green Deal, Farm to Fork, Covid, il canale online e la Brexit. La Gran Bretagna rappresenta, con 3,2 milioni di ton, il quarto mercato italiano per volumi. La collaborazione di Oranfrizer con il CREA è consolidata e ribadiamo la nostra disponibilità alla collaborazione, dalla sperimentazione a tutti quegli aspetti di professionalizzazione del settore. Il comparto ha bisogno di una visione più pragmatica e meno romantica di un territorio come il nostro, che resta in ogni caso meraviglioso".

Salvatore Leocata dell'OP Esperidio ha anch'egli auspicato che il lavoro di ricerca del CREA possa rimanere in Italia, oltre che la collaborazione su futuri progetti comuni.

Marco Eleuteri dell'OP Armonia ha sostenuto, tra le altre, come "non possa esserci crescita senza ricerca. Il settore ha bisogno di collaborazioni prestigiose, come quella con il CREA e con validi professionisti come Francesco Perri, nella sua qualità di tecnico e progettista". 

Perri, da parte sua, si è riallacciato agli interventi precedenti ribadendo la sua vicinanza al CREA OFA di Acireale, con una collaborazione che perdura da 30 anni. Nel contesto, l'esperto ha rappresentato - in veste di consulente - come l'OP Armonia abbia avviato una convenzione di miglioramento genetico, oltre a far parte del programma Fast Track. Per quest'ultimo progetto, Perri ha rappresentato anche l'OP Carpe Naturam e l'OP Giuliano. "La convenzione - ha sottolineato l'esperto - ha già dato un primo risultato con il risanamento del clementine Sanzo, in itinere di brevetto europeo con il nome di clementine Perrina già in diffusione con i primi 20 ettari".

Grappolo di clementine (Sanzo) Perrina, mostrato durante i lavori

"Da una parte - ha spiegato Perri - avverto l'orgoglio di lavorare ad alti livelli con imprese importati, dall'altra esprimo il mio rammarico, perché in Italia c'è ancora una forte riluttanza da parte del settore operativo a partecipare ai processi di cambiamento e di innovazione. Un gap che si nota particolarmente in un momento come questo, in cui assistiamo alla perdita di importati volumi di clementine nelle zone vocate. Quel che serve è una maggiore professionalizzazione dell'intero comparto, puntando decisamente all'innovazione di prodotto e di processo e alla ricerca scientifica".