"Andando oltre le pur ottimistiche previsioni, con una produzione totale stimata in 400 tonnellate, il raccolto 2020 presenta il miglior risultato degli ultimi 10 anni". Lo si legge nell'ultima newsletter di "Castanicoltura Sostenibile", a cura del Consorzio Castanicoltori dell'Appennino Bolognese; Fondazione Edmund Mach San Michele all'Adige, Consorzio Fitosanitario di Modena e Servizio Fitosanitario Regione Emilia.
"Si registra una resa media per ettaro di circa 7 quintali e una PLV/ettaro di circa 4.200 euro. I dati si riferiscono all'area geografica di competenza del Consorzio Castanicoltori dell'Appennino Bolognese, delimitata a Est dalla valle dell'Idice e a Ovest dalla valle del Samoggia".
Tale risultato è frutto della concomitanza di alcuni fattori positivi: "Ad una buona allegagione, è seguita un'estate in cui le precipitazioni, pur se sempre di lieve entità, non sono mancate come invece accaduto negli anni precedenti. Molto scarsa l'incidenza delle cidie, con un risultato finale del danno pari al 20/25%, rispetto all'abituale 40/50%, e dove è stato installato Ecodian CT il danno è stato di solo il 10/15%".
"Praticamente assente il fungo Gnomoniopsis, che per tutto il periodo della raccolta non ha mai superato l'1%; consistente presenza (65%) di frutti di grande calibro, che hanno qualificato la produzione. Inoltre la raccolta, che è iniziata con 8/10 giorni di ritardo, è avvenuta in condizioni meteo favorevoli, così che i frutti a terra non sono stati danneggiati dalla pioggia" si legge nella nota.
Ma non tutto è andato bene. "Purtroppo anche la commercializzazione del marrone ha dovuto subire gli effetti del Covid-19. La quasi totalità delle sagre, che ogni anno attirano in Appennino decine di migliaia di visitatori, sono infatti state annullate, azzerando il canale di vendita tradizionalmente più remunerativo per i produttori e più conveniente per i consumatori. I produttori hanno così dovuto dirottare le quantità in eccesso verso grossisti del CAAB e commercianti, i cui prezzi sono ovviamente inferiori. Buoni invece i risultati della vendita diretta presso le aziende agricole che nel corso degli anni sono riuscite a fidelizzare numerosi clienti privati".
Va comunque sottolineato che la produzione complessiva non è ancora ritornata ai livelli pre-cinipide.