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Le proteste locali si sono trasformate in un movimento su scala nazionale

Decine di migliaia di agricoltori hanno bloccato la capitale indiana

Gli agricoltori indiani sono in agitazione: la decisione di organizzarli in cooperative "taglierebbe loro le gambe" e per questo motivo sono in corso delle proteste. Jaswinder Singh Bhamra, amministratore delegato della società d’importazione RhineLink GmbH, con sede ad Amburgo, commenta la situazione: "In tutto il mondo, gli agricoltori stanno perdendo potere sui loro prodotti. Le proteste in India hanno assunto una dinamica diversa da quella prevista".

Il governo indiano sta pianificando di organizzare i coltivatori in cooperative, le quali avranno il compito di commercializzare i prodotti, togliendo di fatto ai coltivatori il potere di mercato e mettendolo nelle mani delle cooperative.

La BBC scrive: "Nel complesso, le riforme allenteranno le regole sulla vendita, i prezzi e lo stoccaggio dei prodotti agricoli. Regole che hanno protetto per decenni gli agricoltori indiani dal mercato libero. Inoltre, consentono agli acquirenti privati di accumulare beni essenziali per le vendite future, cosa che prima potevano fare solo gli agenti autorizzati dal governo e definiscono le regole per l'agricoltura a contratto, in base alle quali gli agricoltori adattano la loro produzione alla domanda di un acquirente specifico.

Uno dei cambiamenti più importanti è che gli agricoltori potranno vendere i loro prodotti a prezzo di mercato, direttamente agli operatori privati: aziende agricole, catene di supermercati e negozi di alimentari online. Attualmente, la maggior parte degli agricoltori indiani vende i propri prodotti ai mercati all'ingrosso controllati dal governo o mercati all'ingrosso secondari (noti anche come mandis), a prezzi minimi garantiti.

Questi mercati sono gestiti da comitati composti da agricoltori, spesso grandi proprietari terrieri, e commercianti o "commissionari" che agiscono come intermediari nelle vendite, nell'organizzazione dello stoccaggio e del trasporto, o anche negli accordi finanziari. E' un sistema complesso basato su normative e su una serie di relazioni personali e commerciali. Le riforme, almeno sulla carta, danno agli agricoltori la possibilità di vendere al di fuori di questo cosiddetto sistema mandi".

Il timore degli agricoltori è che le multinazionali offrano al momento prezzi equi ma, una volta che il sistema mandi sarà stato eliminato, non ci sarà più alcuna opzione di riserva. Preoccupa la mancanza dell'effetto leva degli agricoltori sulle grandi società. "Questa è una condanna a morte per i piccoli agricoltori, punta a distruggerli e a consegnare l'agricoltura e il mercato alle grandi aziende. Vogliono toglierci dalle mani la nostra terra. Ma noi non glielo permetteremo", ha detto un agricoltore, Sukhdev Singh Kokri, alla BBC Punjab.

Jaswinder ha aggiunto: "I produttori non vogliono rinunciare alla loro libertà, preoccupati di ritrovarsi vittime di un nuovo sistema che porterà uno squilibrio nelle consolidate modalità commerciali".

Situazione attuale
"Quelle che erano iniziate come proteste locali guidate da agricoltori del Pangiab, si sono trasformate in un movimento nazionale. Gli agricoltori sono arrivati da tutto il Paese e hanno circondato Nuova Delhi. Presenti anche molti politici e ministri sindacali fra le decine di migliaia di agricoltori, a esprimere la loro disapprovazione", afferma Jaswinder. "Tutte le principali autostrade che portano a Nuova Delhi sono state bloccate, in alcuni casi da 45 km di trattori e veicoli. I manifestanti affermano che non torneranno a casa fino a quando non verranno ritirate le proposte di riforma del governo".

Da parte sua, il governo ha reagito con violenza: "I manifestanti, seppur pacifici nella loro protesta, sono stati attaccati con gas lacrimogeni, idranti e anche picchiati con i manganelli. Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, e Justin Trudeau, il primo ministro canadese, insieme a circa 36 parlamentari britannici, hanno condannato l'uso della violenza contro i manifestanti. Dopo tutto, l'India è la più grande democrazia del mondo".

Lo scorso 8 dicembre 2020, tutte le attività in India si sono fermate per tutto il giorno per solidarietà agli agricoltori.

L'India non è l'unico Paese a protestare
Jaswinder vede problemi simili anche sul mercato tedesco: "Gli agricoltori soffrono per il dominio sul mercato delle grandi catene al dettaglio che stanno mettendo sotto pressione i produttori, i quali riescono a malapena a sopravvivere. Questi agricoltori fanno un duro lavoro per sfamare il Paese, ma rischiano di non guadagnarci nulla. I supermercati stabiliscono i prezzi senza considerare gli interessi dei coltivatori". Sebbene ci siano state alcune proteste in Germania e in altri Paesi vicini, per l'India si tratta di un nuovo movimento.

Per quanto riguarda l’importazione di prodotti dall'India, i blocchi stanno rendendo la situazione ancora più difficile di quanto non lo sia già, e Jaswinder ne è consapevole: "Durante la pandemia, i consumatori sono più propensi ad acquistare gli alimenti base come le patate, invece dei frutti esotici. Le tariffe del trasporto aereo sono aumentate in modo significativo, rendendo ancora più difficile la vendita degli esotici".

Finora, i blocchi non hanno reso la situazione più grave di quanto non lo sia già: "Sia nel caso che i blocchi dovessero continuare o che vengano approvate le nuove normative del governo, il settore sarà duramente colpito, in India e nei Paesi che importano merci indiane".

Per maggiori informazioni
Jaswinder Singh Bhamra
RhineLink GmbH
Sperbertwiete 12a
D-22175 Hamburg - Germania
Tel.: +49 (0)40 38 90 29 22
Email: info@rhinelink.com 
Web: www.rhinelink.com

Data di pubblicazione: