Posticipato di due mesi, dal primo gennaio al primo marzo 2021, il Certificato Ogm Free che le autorità indiane richiederebbero per l'ortofrutta d'importazione. Per l'Italia, si tratta per lo più di mele, e non poche: nell'arco degli ultimi tre anni, si va da un minimo di 25mila a un massimo di 40mila tonnellate.
Occorre riassumere la questione. Già nella scorsa estate, la Food Safety and Standards authority indiana ha stabilito che, a partire dal primo gennaio 2021, sarà obbligatoria una certificazione Ogm-free per lo sdoganamento nel paese di prodotti ortofrutticoli fra cui le mele.
Tale documento ha subito messo in allarme gli operatori e anche l'Ambasciata è stata avvisata. Il problema principale sta nel fatto che non si sa bene chi possa rilasciare questo documento, anche perché le mele stesse derivano da piante non Ogm, è palese.
I due mesi di proroga saranno indispensabili per continuare a trovare una soluzione, continuando a mettere in rete tutte le autorità competenti.
L’atteggiamento della autorità indiane è ritenuto, da diversi operatori italiani, poco chiaro. Ma anche l'Unione europea pare non avere le idee chiare, specie sulle competenze per poter rispondere, in tempi brevi, a richieste del genere che giungono oggi dall'India, e domani da qualsiasi altra nazione.