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Uva da tavola siciliana: gli ultimi scampoli di produzione arriveranno fino a sotto Natale

La Sicilia, anche grazie alla sua orografia molto articolata, presenta una moltitudine di condizioni pedoclimatiche che possono determinare, persino all'interno di una stessa azienda, condizioni produttive diverse. Non deve perciò meravigliare come, trattando della stessa referenza, i tempi di raccolta possano cambiare anche significativamente. E' il caso dell'areale di Naro (AG) che, pur ricadendo nel territorio dell'Uva IGP di Canicattì (giunta praticamente al termine), vede le proprie produzioni proseguire fino a dicembre inoltrato.

Dario Brucculeri

Abbiamo raccolto in merito la testimonianza di Dario Brucculeri, agronomo e produttore di uva da tavola, il quale ha specificato come "la campagna di raccolta si sia dilatata per due ordini di motivi".

"Il primo - specifica l'esperto - deriva da un'estate molto asciutta, con un autunno abbastanza caldo, che non ha ingenerato fitopatie. Anche l'assenza di nebbie e le modeste precipitazioni hanno permesso una gestione ottimale dei nostri grappoli, protetti da sacchetti direttamente sulla pianta".

"Altra evenienza importante - prosegue l'imprenditore - è stato il rallentamento dei consumi che, molto più graduali del solito, hanno visto minori quantitativi di prodotto certificato Demeter sugli scaffali della GDO. L'insieme di tali fattori ha generato una movimentazione più prolungata del prodotto, specialmente quello di nicchia, sul quale registriamo un +30% nei prezzi".

"Un'annata, quella del 2020, che potremmo tutto sommato definire soddisfacente, anche perché le tempistiche hanno giocato a favore dei consumatori più attenti i quali, per circa un mese ancora, potranno godere di un prodotto salubre, certificato, etico e di gran lunga più buono delle uve generiche definite commodities.

"Siamo felici - conclude Brucculeri - di aver intrapreso le nostre coltivazioni, ormai oltre 30 anni fa, praticando metodi agronomici attenti alla sostenibilità. I nostri mercati di riferimento rimangono quelli esteri di Francia, Germania e, da qualche tempo, i Paesi Bassi. Applichiamo, inoltre, gli stessi standard produttivi sulle altre nostre referenze frutticole, essenzialmente drupacee, e sui pistacchi coltivati da un'altra azienda di famiglia".