E' stata per anni una battaglia del vivaista e costitutore Gilberto Molari e, finalmente, alcune catene della Gdo la stanno mettendo in pratica. Nei giorni scorsi, in un supermercato Aldi in Gran Bretagna, nel banco frigo del reparto ortofrutta i lamponi Enrosadira della Molari Berries erano etichettati con tanto di denominazione.
"La varietà in etichetta, pratica già diffusa in diversi paesi, è stata una battaglia, durata anni, di nostro padre Gilberto (prematuramente mancato la scorsa primavera, ndr) - dice Matteo Molari - E oggi connettere ogni attore della supply chain è un nostro obiettivo quotidiano, volto a fornire agli agricoltori le migliori varietà e le migliori piante, alla grande distribuzione ottima qualità e shelf life e, infine, ai consumatori i frutti più buoni da gustare".
L'esempio andrebbe ampliato a tutte le referenze ortofrutticole, anche se non a marchio. Il caso drupacee è quello più emblematico. Il consumatore, negli anni, si è disaffezionato a pesche e nettarine perché non ha mai la garanzia di quello che acquista: garanzia non sanitaria, ma organolettica. Nei supermercati rare volte è indicata la varietà, così non è possibile ripetere l'acquisto della tipologia preferita di prodotto, oppure evitarla quando non è di gradimento.
In questo caso, a nulla servono la marca del distributore o i vari "percorsi di garanzia": le varietà hanno delle caratteristiche intrinseche che poi si amplificano, in positivo o in negativo, a seconda del momento di raccolta e della gestione post raccolta.