Una recente analisi di Confcommercio è molto chiara e anche preoccupante: la seconda ondata della pandemia nel nostro Paese e le conseguenti restrizioni imposte dal Governo hanno fatto scendere i consumi di ottobre dell'8,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. Inoltre, la suddetta Confederazione prevede, per questo mese, una riduzione del Pil del 7,7% rispetto a ottobre e un calo dei prezzi dello 0,1%. I settori più colpiti sono sicuramente quelli del turismo, della ristorazione e dei trasporti, ma anche nel comparto ortofrutticolo le cose non sembrano andare bene.
"Nel periodo marzo/maggio 2020 – spiega Giacomo Suglia di APEO - le vendite di frutta e verdura hanno registrato un balzo positivo, ma ora sembra che il consumatore stia riempiendo sempre meno il carrello di prodotti ortofrutticoli. Nelle ultime settimane, infatti, si assiste a un calo della domanda di circa il 10% per la GDO, mentre per il Canale Horeca la percentuale di perdita non scende sotto al 70".
"Le cause possono essere attribuite a diversi fattori. Oltre alla perdita del lavoro, c'è molta incertezza e la paura di una possibile terza ondata paventata da alcuni esperti preoccupa maggiormente le famiglie, intente quindi ancora al risparmio. Nei supermercati troviamo prodotti provenienti da altri continenti (come ananas e banane) a prezzi inferiori all'euro. Con la stessa quantità di denaro è impossibile, ad esempio, acquistare un chilo di uva, di mele o pere italiane".
"Solitamente, nei primi giorni di dicembre e fino alla prima settimana di gennaio le vendite ortofrutticole subiscono un ottimo rialzo dovuto alle festività. Quest'anno, però, il Natale sarà sicuramente unico in tutti i suoi aspetti. Temo che il classico rincaro dei prezzi non avverrà, ma ci auguriamo che ritorni quantomeno la voglia e soprattutto la possibilità di spendere. Dobbiamo riprendere quella socialità persa ormai da mesi: ne va dell'intera economia nazionale".