"Il nostro è un settore chiuso, che ha solo bisogno di aprirsi e di guardare fuori dagli oblò". Lo ha affermato Valter Vannucci, direttore del Centro agroalimentare di Rimini durante il convegno sul futuro dei mercati svoltosi due giorni fa e che ha avuto Vannucci proprio come promotore e organizzatore. "Neanche la perdita, negli ultimi anni, del 10-12% di quota di mercato ci ha fatto preoccupare - ha aggiunto il direttore, con una punta di ironia mista a preoccupazione - eppure dobbiamo invertire la rotta".
Secondo Vannucci, i punti di forza dei Mercati sono, o possono essere, molteplici: la qualità intrinseca dei prodotti, la presenza di produttori locali, nuovi servizi offerti come logistica integrata. "Tutti punti veri, ma sono senza una strategia, né una politica di sviluppo. Prima o poi la concorrenza livellerà le differenze, riducendo la portata dei fattori distintivi, dei vantaggi competitivi. E quando si programma, occorre saper guardare avanti: 20 anni fa, i Mercati hanno rifiutato di diventare piattaforme logistiche per la Gdo, e oggi ne vediamo le conseguenze".
"Basterà ancora il B2B?", si chiede Vannucci. "Essere anelli intermedi della catena di distribuzione e vendere al trade senza una strategia sul proprio mercato di riferimento è rischioso. Se non avremo un modello per la gestione del mercato di riferimento, della destinazione finale del prodotto, saremo destinati a fallire nel tempo, quindi cosa aspettiamo?"
Circa il ruolo degli enti gestori, il direttore si è chiesto se resterà ancora la suddivisione dei ruoli, oppure "se questa imprenditorialità diffusa sarà messa a reddito secondo forme miste di partecipazione ai business? Restare specialisti ognuno del suo, come separati in casa? Oppure tentare forme di aggregazione per affrontare opportunità e business nuovi che, da soli, non potremmo mai affrontare? Come competere su mercati (e business) nuovi, nazionali ed esteri, che neanche immaginiamo e che invece già esistono da anni?".
"In sintesi – ha concluso Vannucci - la finalità del convegno è quella di offrire a tutti un'occasione di riflessione, una provocazione per far emergere i punti di forza dei mercati all'ingrosso e farli diventare le leve sulle quali costruire il futuro, passando da rendite di posizione a fattori di sviluppo. A condizione che ci sia qualcuno disposto a rischiare e farli diventare le gambe e le ruote di progetti e piani di sviluppo. Qui sta la scommessa: mettere in moto l'uomo, l'imprenditore che abbia ancora un minimo di passione e di visione per un bene comune".