Biancoseme è il nome della seconda fase del progetto che punta all'ottenimento di un "seme" di aglio realizzato con procedure innovative e sostenibili, mediante il trattamento con metodi a basso impatto ambientale e caratterizzato da un ridotto grado di contaminazione micotica da Fusarium.
"Per ottenere produzioni di qualità sempre maggiori - spiega Francesco Rastelli, presidente Copap - è stato svolto un progetto triennale con l'Università del Sacro Cuore nell'ambito del PSR dell'Emilia Romagna per ottenere un seme sano e libero da fusariosi. Lo studio è stato portato avanti dalla docente Paola Battilani, da Letizia Mondani e Giorgio Chiusa".
In certe annate il Fusarium, che è il fungo che causa il marciume secco dell'aglio, ha causato fino al 30% di danno negli appezzamenti più colpiti, con un forte impatto economico. "Con il progetto Biancoseme - prosegue Rastelli - si andranno a utilizzare tutti i dati raccolti nel triennio precedente, allo scopo di trovare soluzioni per abbattere al minimo l'insorgenza del marciume. Fra gli obiettivi principali, vi è quello di studiare e realizzare macchine per la preparazione del seme, che creino il minor danno possibile ai bulbilli: queste ferite, infatti, sono fra le principali vie di accesso del Fusarium. Allo stesso modo metteremo a punto i migliori sistemi di sanificazione dei bulbi, studiando sistemi alternativi quali ozono, vapore o disinfettanti non aggressivi".
Il seme stesso, poi, deve essere protetto tramite concia con il film-coating. "Servirà del tempo per ottenere risultati concreti - aggiunge Rastelli - ma è un investimento che renderà la nostra produzione di livello sempre maggiore. Non dimentichiamo che l'Aglio Bianco Piacentino già può fregiarsi del marchio "DNA Controllato", che ne garantisce l'autenticità della provenienza e della coltivazione, partendo dal genotipo originale".
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