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A colloquio con Fabio Zoboli di Infia

Da tutto il mondo sempre maggiore domanda per le plastiche riciclate

Dal lockdown al maltempo, passando per le richieste sempre più "green" provenienti da operatori di tutto il mondo. Fabio Zoboli, direttore commerciale di Infia, fa il punto della situazione alla luce della propria esperienza, sottolineando che, per un'azienda che produce e vende 3,3 miliardi di pezzi all'anno in 5 continenti, tutto ruota attorno a una perfetta organizzazione.

FreshPlaza (FP): Come descrivere l'andamento dei primi 8 mesi 2020: prima, durante e post lockdown in italia?
Fabio Zoboli (FZ): Sino al mese di aprile, i volumi sono stati molto interessanti; poi, causa problemi climatici che hanno determinato forti perdite nelle produzioni agricole un po' in tutto il Sud Europa, sommata alla mancanza di personale per la raccolta nel picco del lockdown in Europa, si è assistito a una riduzione delle vendite di frutta.

FP: A livello europeo e mondiale, a seconda dei vostri mercati, come è cambiata la situazione?
FZ: Dal punto di vista delle esportazioni di frutta, è aumentata la difficoltà nel programmarsi. In molti casi, i supermercati non davano programmi o li passavano con pochissimo preavviso. Questo ha fatto sì che vi fossero fortissime variazioni nei prezzi e molta difficoltà da parte dei produttori nel gestire la logistica, imballaggi compresi. Come Infia siamo riusciti a gestire con successo questo aspetto in quanto, negli ultimi anni, abbiamo investito soprattutto in flessibilità

FP: Da giugno ad agosto, come ha reagito la richiesta di packaging a livello italiano?
FZ: In generale, in Italia, come nel resto del mondo, vi è una forte tendenza nell'aumentare il preconfezionato. Dal punto di vista dei materiali, il mercato si sta sempre di più segmentando. Vi è una forte ricerca di materiali biodegradabili che, allo stato attuale, non sono realisticamente una soluzione applicabile. C'è stato un aumento dell'utilizzo di materiali alternativi alle plastiche per la falsata percezione che i consumatori ne hanno e per un fortissimo interesse da parte dei retailer, per quello che riguarda gli imballaggi primari, di arrivare ad un'economia veramente circolare. Quindi, imballaggi prodotti da materia prima riciclata che possa essere a sua volta riutilizzata per rifare lo stesso prodotto. A oggi, l'unico materiale che per tecnologia e normativa lo consente rimane il PET/R-PET

FP: Come procedono le vendite all'estero?
FZ: Infia esporta oltre l'80% dei suoi volumi in oltre 80 paesi. Come tutti gli anni, i volumi e le zone variano. Quest'anno, causa problematiche legate al clima e al Covid, ad aprile, il paese che ha particolarmente sofferto è stata la Spagna dove, oltre a problemi legati al clima, il picco della campagna dei berries ha coinciso con grossi problemi a fa arrivare le maestranze dal Marocco per procedere con la raccolta. Contestualmente, la zona di Murcia ha avuto cali importanti di produzione dovuti al maltempo primaverile. Come detto prima, tranne la Grecia, tutte le produzione del bacino del Mediterraneo (Italia, Francia e Spagna) hanno sofferto del brutto tempo durante la primavera, mentre i produttori del Nord Europa hanno generalmente registrato una buona campagna estiva.

FP: Come procede la produzione-vendita con R-PET 100%?
FZ: Da un paio di anni, tutta la nostra produzione di cestini in Pet viene fatta dal PET post consumo, che viene riciclato dai consumatori all'interno delle comuni campane della plastica. I supermercati sono fortemente interessati a ridurre l'impatto degli imballaggi primari ed esiste una forte consapevolezza da parte degli operatori che la plastica riciclata rimane la materia prima con il miglior impatto ambientale. Il problema è trasmettere al consumatore che il problema non è la plastica, bensì quello di evitare che la plastica corra il rischio di finire nell'ambiente. Il puntare su l'utilizzo di plastica riciclata ha come primo effetto proprio quello di promuovere tale circolo positivo, dando un valore alla stessa. Nel momento che un prodotto ha un valore, vi sarà qualcuno che lo recupererà, evitando che finisca nell'ambiente. Per dare un idea della magnitudine di questo fenomeno, in questo momento l'R-PET che comperiamo è nettamente più caro di quello vergine proveniente dalla sintesi del petrolio!

Lo stand Infia a una fiera nel 2019

FP: La programmazione per gli ultimi mesi del 2020 e per i primi del 2021 ha subito cambiamenti?
FZ: Dal punto di vista organizzativo, per quanto evidenziato sopra, abbiamo ulteriormente spinto verso una maggiore flessibilità che ci permettesse di rispondere in tempo reale ai veloci cambiamenti che hanno caratterizzato il mercato. Per un'azienda che produce e vende oltre 3.3 miliardi pezzi all'anno in tutti i continenti, possiamo orgogliosamente dire che siamo riusciti a vincere questa difficile sfida.

Contatti
INFIA S.r.L.
Viale Caduti di Via Fani, 85
47032 Bertinoro (FC) - Italia
Tel.: +39 0543 466 511
Fax: +39 0543 466 519
Email: commerciale@infia.it
Web: www.infia.it