Rilanciare la ricerca pubblica in campo sulle nuove tecniche di miglioramento genetico, sostenerla con aiuti economici concreti e semplificare la regolamentazione a livello europeo. Sono queste le azioni che la filiera agroalimentare italiana ritiene fondamentale per favorire l'innovazione e garantire la competitività dell'agricoltura. E' quanto emerso nel corso di "Ricerca e biotecnologie: NBT, investimenti e innovazione", terzo appuntamento con i Talk di Cibo per la mente, il Manifesto per l'innovazione in agricoltura sottoscritto da 16 associazioni (Aisa, Agrofarma, API, Assalzoo, Assica, Assitol, Assobiotec, Assofertilizzanti, Assosementi, Compag, CIA, Confagricoltura, Copagri, UNAItalia, Uniceb, Unionzucchero), svoltosi nel corso della Biotech Week 2020.
Al dibattito hanno preso parte Alberto Lipparini, direttore di Assosementi, Leonardo Vingiani, direttore di Federchimica - Assobiotec, Mario Enrico Pè, presidente di SIGA-Società Italiana Genetica Agraria, e Deborah Piovan, portavoce di Cibo per la mente. A moderare è stato Maurizio Tropeano, giornalista de La Stampa.
"Il miglioramento genetico può e deve essere il motore per la ripartenza del settore agricolo italiano. Le nuove tecniche che i nostri agricoltori hanno a disposizione oggi hanno una portata rivoluzionaria: questi strumenti ci permettono di intervenire sul patrimonio genetico di una pianta in modo preciso ed efficiente, in tempi brevi e a costi bassi e riproducendo quelle mutazioni che avvengono spontaneamente in natura. Per farlo però la ricerca italiana avrebbe finalmente bisogno di essere sostenuta e adeguatamente finanziata" ha dichiarato Mario Enrico Pè, presidente di SIGA – Società Italiana di Genetica Agraria.
"Le potenzialità nelle New Breeding Techniques sono estremamente elevate, eppure gli agricoltori europei non possono accedervi a causa di una normativa europea che erroneamente assimila agli OGM i prodotti ottenuti attraverso queste tecniche. Il risultato è che, secondo una recente indagine condotta da ESA-Euroseeds, l'associazione che rappresenta il settore sementiero a livello europeo, il 40% delle aziende che investono in ricerca hanno bloccato i loro programmi di innovazione, proprio a causa di questa incertezza. A essere coinvolte sono soprattutto le piccole e medie imprese, che formano la base del comparto nel nostro Paese: il rischio è che i nostri agricoltori perdano un treno importante in termini di competitività" ha dichiarato Alberto Lipparini, direttore di Assosementi.
Nel 2019 sono 60 le aziende biotech che operano nell'area agricoltura, veterinaria e zootecnica in Italia. Il fatturato supera gli 850 milioni di euro e l'80% sono classificabili come piccole o micro imprese: sono i dati che emergono dal "BioInItaly Report 2020" realizzato in collaborazione tra Assobiotec ed ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile).
"Per produrre cibo sostenibile c'è bisogno di tutta l'innovazione possibile. E' fondamentale liberare il miglioramento genetico da vincoli normativi obsoleti e tornare alla sperimentazione in campo. Al tempo stesso, bisogna spiegare ai consumatori che l'innovazione è un'alleata del Made in Italy" ha dichiarato Deborah Piovan, portavoce di Cibo per la Mente.
Qui sotto la registrazione completa del webinar.
La Biotech Week è un'iniziativa che si celebra in tutto il mondo dal 28 settembre al 4 ottobre. Sette giorni di eventi e manifestazioni, che animeranno anche tutto lo stivale, con l'obiettivo di diffondere la conoscenza sulle biotecnologie. Promotore e coordinatore della manifestazione a livello nazionale è Assobiotec.
Informazioni su Cibo per la mente
Cibo per la mente è un appello e un progetto della filiera agroalimentare italiana rivolto ai decisori europei per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di investimenti in innovazione e ricerca nel campo dell'agricoltura e dell'industria alimentare. Il progetto include un Manifesto di intenti e proposte sottoscritto da 16 associazioni imprenditoriali.