Il pomodoro San Marzano è stato geneticamente ridisegnato da un team di ricercatori di Enea, CREA e delle Università Politecnica di Valencia e degli Studi della Tuscia (ateneo coordinatore) al fine di conferirgli nuove caratteristiche organolettiche. Con la caratterizzazione di 18 linee genetiche, questa varietà che da sempre evoca la tipicità del pomodoro della regione Campania, viene migliorata sul piano estetico e nutritivo.
Alcune "varianti" di San Marzano
"Abbiamo agito sul San Marzano, pur mantenendone invariata la tipicità che gli deriva dal terreno vulcanico del Vesuvio - ha spiegato Gianfranco Diretto (in foto), ricercatore del Laboratorio Biotecnologie ENEA - ma ne abbiamo migliorato, attraverso mutazioni singole o multiple, il contenuto di pigmenti quali carotenoidi, clorofilla, flavonoidi e del processo di maturazione. L'Università degli Studi della Tuscia si è occupata della caratterizzazione degli aspetti vegetativi, riproduttivi e genetici del frutto. Mentre noi di ENEA ci siamo impegnati nell'analisi metabolomica, cioè nella caratterizzazione chimica dei frutti di genotipi di San Marzano, con particolare riferimento alle molecole associate a caratteristiche sensoriali quali colore e gusto".
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Metabolites (Dono G., Rambla J.L., Frusciante S., Granell A., Diretto G., Mazzucato A. (2020b) Color mutations alter the biochemical composition in the San Marzano tomato fruit. Metabolites 10(3):110).
"E' stato possibile conferire a ogni mutazione proprietà organolettiche e nutraceutiche più specifiche - ha proseguito Gianfranco Diretto - Così, ad esempio, le linee a bacca gialla, se da una parte perdono le qualità antiossidanti del licopene, dall'altra acquistano maggiori contenuti in alcuni amminoacidi, vitamine, xantofille e chinoni. Le linee a bacca marrone presentano clorofilla, che generalmente è assente nei frutti rossi, e maggiori contenuti di zuccheri e vitamina E; quelle a bacca viola presentano gli antociani".
Genome editing
"Le linee che abbiamo costituito e caratterizzato sono sicuramente suscettibili di miglioramenti - ha specificato Andrea Mazzucato (qui in foto), ricercatore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università della Tuscia - ma il lavoro svolto è un presupposto per evolvere selezioni degne di essere portate alla produzione commerciale. Queste linee sono anche particolarmente adatte a creare nuove combinazioni geniche e forse nuovi fenotipi interessanti. I risultati saranno utilizzati per future ricerche nelle quali, anche attraverso l'uso di tecnologie innovative di ingegneria genetica quali il genome editing, potranno essere generate diverse varietà di pomodoro in modo più rapido e sicuro rispetto ai classici programmi di miglioramento genetico per ibridazione. Inoltre, tali linee potranno essere convertite in nuove varietà commerciali di pomodoro".
L'ENEA, con competenze specialistiche e piattaforme tecnologiche avanzate di genetica, biologia molecolare, scienze omiche, infrastrutture e professionalità pluriennali, è attiva da anni nelle settore delle biotecnologie avanzate con il laboratorio omonimo che svolge attività di ricerca e sviluppo orientati alla valorizzazione, sostenibilità e competitività delle produzioni agroalimentari (green biotech), farmaceutiche (red biotech) e nanotecnologiche (nano biotech), proiettate alla costruzione di ideotipi vegetali di nuova concezione, biofarmaci, nutraceutici e piante resistenti a stress biotici e abiotici.
Le attività di ricerca sono state condotte grazie al supporto di vari enti finanziatori tra cui Regione Lazio (Progetto FILAS "MIGLIORA"), Ministero dell'Agricoltura (MiPAAF, Progetto Agroener), Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR), Commissione europea, COST-Action Eurocaroten e Consorzio Interuniversitario per le Biotecnologie (CIB).