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Convegno con la presenza di ricercatori e produttori del settore

Scelte varietali e portinnesti nell'arancicoltura siciliana

A Caltagirone (CT), in Sicilia, si è tenuto ieri un convegno sull'agrumicoltura dal titolo "Innovazioni su scelte varietali e portainnesti: nuovi scenari per l'agrumicoltura siciliana" che, organizzato dall'OP Rossa di Sicilia, con la collaborazione del CREA- OFA di Acireale, ha visto una nutrita partecipazione di stakeholders. I lavori si sono svolti nel rispetto delle normative vigenti in materia di coronavirus, mentre i temi affrontati hanno riguardato l'analisi attuale del comparto, le innovazioni varietali e i nuovi portinnesti alternativi all'arancio amaro, con l'accento anche sul quadro fitosanitario attuale, sui rischi emergenti e sulla nuova certificazione europea.

Giuseppe Di Silvestro

"L'OP Rossa di Sicilia - ha detto il presidente Giuseppe Di Silvestro a margine dei lavori - ha inteso organizzare questo in incontro divulgativo e di formazione indistintamente per i nostri soci, ma anche per i non soci, alla presenza dei ricercatori del CREA. L'agrumicoltura ormai non può prescindere da una stretta collaborazione con il mondo della ricerca scientifica, se vuole produrre valore. Ciò soprattutto in considerazione del fatto che gli investimenti per la produzione sono sempre più cospicui e il rischio economico per le aziende si alza di pari passo. Questa stretta collaborazione è un punto di partenza per creare un'agricoltura vincente.

Il pubblico partecipante, disposto in modalità anti-Covid19

"Quello agrumicolo – ha inoltre detto Di Silvestro in apertura dei lavori - è un settore che, da un lato, deve fare i conti con un processo lento e costoso di riconversione, reso necessario dalla devastante diffusione del virus Tristeza, ma che dall'altro presenta la grande opportunità di cavalcare una tendenza in forte crescita per quanto riguarda la domanda di mercato dell'arancia rossa di Sicilia".

Sopra, slide. "Il ruolo del miglioramento genetico in agrumicoltura".

Sono attualmente in corso gli interventi di riconversione varietale che si concluderanno fra ottobre e novembre 2020. Con la messa a dimora di nuovi impianti, essi mirano alla sostituzione di quelli esistenti, in modo da introdurre nuove cultivar con migliori caratteristiche intrinseche ed estrinseche, e di omogeneizzare l'offerta attraverso una programmazione varietale e colturale.

Il primo intervento programmato è stato quello dell'agronomo dell'OP Rossa di Sicilia, Carmelo Asero, il quale ha parlato del processo di riconversione degli agrumeti a causa della Tristeza (CTV). "Se da un punto di vista economico la riconversione ha avuto un impatto certamente devastante - ha detto il professionista - dall'altro ha dato delle opportunità interessanti per l'ammodernamento delle aziende agrumicole. L'agricoltore, dunque, deve compiere scelte determinanti, che incidono sull'investimento".

Altra slide del CREA di Acireale, proposta da Russo durante la sua relazione

A seguire, si sono svolte le relazioni dei ricercatori del CREA di Acireale, a partire da Giuseppe Russo, il quale ha posto l'accento sull'innovazione varietale in agrumicoltura. "Dal 2017, il CREA di Acireale - ha spiegato Russo - ha definito una nuova procedura di rilascio e valorizzazione delle nuove varietà di agrumi e, il 19 febbraio scorso, è stato pubblicato un nuovo avviso aperto fino al prossimo 30 novembre, per coinvolgere altre OP e proporre 3 nuove selezioni, oltre alle 8 previste nei precedenti bandi".

I relatori: da sx, Di Silvestro, Asero, Sorrentino, Caruso, Russo

"Il ruolo dei centri di ricerca (CREA, Università, assistenze tecniche regionali) - ha sottolineato dal canto suo Marco Caruso (CREA) - è quello di ottenere nuovi portinnesti, mantenere solide relazioni con i centri di ricerca esteri per favorire l'importazione di nuovo materiale promettente, e di condurre prove su un numero limitato di piante".

"Negli ultimi 15 anni, la coltivazione degli agrumi ha subito una rapida evoluzione - ha detto invece Guido Sorrentino, nell'intervento conclusivo - legata al cambio del tradizionale portinnesto, costituito dal diffusissimo arancio amaro, non più utilizzabile in conseguenza della diffusione del Citrus Tristeza Virus (CTV). Le perdite di produzione stimate dalla USDA nel 2018 ammontano a oltre 800 mila tonnellate annue".

"Ma non c'è solo il virus Tristeza, tra i principali "nemici" degli agrumi: gravissimi sono anche gli attacchi di Psorosi, Foglia bollosa, Dry Root Rot, Mal Secco del Limone; Citrus leaf blotch virus (CLBV), Xylella fastidiosa, per citarne sono alcuni presenti in Italia. Il movimento delle merci in un mondo globalizzato è molto più rapido di qualche anno fa e, a volte, è anche effettuato in modo non lecito, purtroppo. L'unica via da intraprendere per il futuro è un rigoroso rispetto delle norme fitosanitarie".