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Il parere e riflessioni di Davide Valmori

Prezzi non esaltanti per la cipolla

Dopo un paio di annate in cui i prezzi sono stati molto sostenuti, la cipolla sta attraversando un momento di prezzi medio-bassi. Davide Valmori è un produttore della provincia di Ravenna con circa 300 ettari, di cui 80 coltivati a cipolle, il resto a patate e altre estensive.

"I costi di produzione sono sotto gli occhi di tutti - afferma Valmori - in media 15 centesimi al kg anche per le aziende più strutturate e organizzate come la nostra. E se ci vengono pagate questa cifra o meno, non riusciamo a fare reddito. Non accetto poi il discorso che, essendo andate bene le due stagioni precedenti, ora dobbiamo accontentarci: chi lavora lo fa per fare reddito sempre, non per lavorare sottocosto, anche perché gli stipendi dobbiamo pagarli tutti i mesi, non solo se i prezzi sono buoni".

Qualche giorno fa Valmori ha visto, in un supermercato, delle cipolle vendute a 2,88 euro/kg, ma che lui ha considerato di bassa qualità. "Al di là del caso specifico, che pesa poco sul complesso, mi arrabbio quando vedo certe differenze fra il prezzo pagato ai produttori e il ricarico effettuato al consumatore. E' vero che ogni passaggio ha dei costi da sostenere, ma allo stesso tempo non capisco perché l'agricoltore sia l'unico, in tutta la filiera, a non poter far valere i propri costi".

Raccolta delle cipolle presso l'azienda Valmori

Il concetto espresso da Valmori è il seguente: ogni anello della filiera ricarica dei propri costi e ottiene una quota di marginalità; invece al produttore non sempre viene riconosciuto questo "privilegio" che privilegio, appunto, non è. 

"Con la cipolla - conclude Valmori - si fa reddito puntando a rese da 50 tonnellate l'ettaro. Ma non tutti hanno le condizioni pedoclimatiche per raggiungerle. La nostra azienda è certificata GlobalGAP ed esportiamo il prodotto precoce. Forse non tutti capiscono che 1 centesimo di differenza al kg, moltiplicato per 10mila tonnellate, fa 100mila euro di differenza che permette di far quadrare i conti. E al consumatore cosa incide pagare 1 centesimo in più? Oppure a tutta la filiera cosa costa guadagnare 1 centesimo in meno, girandolo ai produttori, permettendoci così di continuare a produrre?"