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Ma l'aliquota Iva e' al 10 per cento

Peperoncino: ortaggio o spezia? Entrambi

Come ogni anno, anche se in maniera diversa dal solito, considerate le misure anti Covid-19, a Diamante, in Calabria, si è tenuto il Peperoncino Festival, dal 5 al 13 settembre 2020.

"Il peperoncino rappresenta l'emblema della Regione Calabria, ma ancora oggi non è un ortaggio riconosciuto a tutti gli effetti. E' infatti identificato come sottospecie del peperone e considerato da molti una spezia. Le difficoltà legate a questa tipicità territoriale sono tante: la tipicizzazione delle cultivar, la siccità, la manodopera, la concorrenza sleale". A dichiararlo è stato Pietro Serra, presidente del Consorzio del peperoncino di Calabria, durante il convegno "Il Peperoncino di Calabria, problemi e prospettive" tenutosi venerdì 11 settembre.

"Il Consorzio che presiedo conta 45 aziende in tutta la Calabria e riesce ad offrire prodotto convenzionale, sostenibile e biologico. Paesi asiatici e nordafricani rappresentano i nostri principali competitor e, spesso, con requisiti fitosanitari ben diversi da quelli richiesti dai regolamenti europei". 

Peperoncino: ortaggio o spezia?
"Chi coltiva, produce e commercializza il peperoncino, lo considera un ortaggio fresco. Se invece il peperoncino viene essiccato, può essere identificato come una spezia vera e propria – ha spiegato Serra – In questo, le diverse cultivar aiutano a differenziare i due rami e le produzioni proposte: i peperoncini Cayenna sono, per esempio, adatti alla produzione della polvere, che in Calabria è sempre stata una tradizione".

Aliquota Iva al 10%
Attilio Salerno, referente fiscale di Coldiretti Calabria, ha affrontato il tema dell'aliquota Iva. "A oggi, al peperoncino fresco, tritato e macinato viene applicata un'Iva del 10%, a differenza di altri ortaggi che hanno un'aliquota del 4% e di altre spezie che hanno un'Iva al 5%. Ciò dipenderebbe dalla peculiare piccantezza del prodotto e da norme ormai datate. Purtroppo per il produttore agricolo, questo divario significa perdere competitività nei riguardi del prodotto estero importato".

Considerando l'uso sempre maggiore del prodotto fresco, Coldiretti ha elaborato una proposta da presentare al Parlamento italiano, chiedendo una modifica al decreto di agosto, che sarà convertito in legge entro il 14 ottobre, per una riduzione dell'aliquota dal 10 al 5%.